Lega, il 21 dicembre congresso della svolta «Ma il leone di San Marco non si tocca»
le manovreAlessandro ZagoUn congresso a doppio binario, per cercare di non scontentare i leghisti della prima ora, quelli nati bossiani.E così il congresso leghista del 21 dicembre vedrebbe, da una parte, il varo ufficiale del nuovo movimento "Lega - Salvini Premier", sigla da usare per la campagna elettorale in particolare nel centro-sud; ma dall'altra resterebbe in piedi, comunque, il vecchio partito col vessillo Lega Nord-Liga Veneta che, se venisse ammainato per sempre, sarebbe un tuffo al cuore per i veci del partito, mentre i bocia sono ormai salviniani accessoriati dalla testa ai piedi.All'ipotesi del doppio binario, in vista del congresso federale straordinario fissato per il 21 dicembre, starebbe lavorando in prima persona proprio Matteo Salvini, consapevole del peso di una frattura totale con il passato di quello che oggi è ormai il partito più vecchio fra quelli che sono presenti in Parlamento. «Vogliamo contare»Passerà l'ipotesi del doppio binario? «Ne ho sentito parlare, è notizia di queste ore, si vedrà», commenta l'europarlamentare Gianantonio Da Re. Oppure la ruspa di Salvini, alla fine, lascerà in piedi solo "Lega - Salvini Premier"?Quello che è certo è che gli "stagionati" leghisti trevigiani e veneti hanno il magone a forma di leone di San Marco. «Il congresso federale non cancelli la nostra identità, i nostri simboli, il leòn in testa. E comunque ci auguriamo che nel nuovo organigramma del partito, quella che è la Liga Veneta abbia finalmente il peso che si merita, anche perché porta sempre una caterva di voti» dice Fulvio Pettenà, storico ex presidente leghista della Provincia di Treviso, portavoce naturale del popolo leghista trevigiano. Sono identiche le parole di Giancarlo Gentilini, lo "sceriffo" del Carroccio, ex sindaco e vicesindaco di Treviso: «La Lega di oggi deve tutto alla Liga Veneta che, con me nel 1994, ha vinto le elezioni comunali a Treviso. Senza quella vittoria, la storia della Lega sarebbe andata diversamente. E quindi ordino: si ricordi la nuova Lega di essere figlia di quella, la nostra. Il Dna è lo stesso e non va cancellato, e anche il nuovo statuto se ne deve ricordare». Nelle chiarissime parole di Giancarlo Gentilini risuona la voce di tanti leghisti trevigiani della prima ora.il giro di boa Veterani che temono il giro di boa integrale previsto appunto per il 21 dicembre, data fissata da Matteo Salvini per un congresso federale straordinario del partito. Appuntamento a Milano, appuntamento cruciale: il congresso federale - dopo un anno che è stato ormai depositato davanti a notaio il nuovo statuto "Lega - Salvini Premier" - nei pronostici dovrebbe approvare le tanto attese modifiche statutarie per "alleggerire" la struttura del vecchio partito fondato da Bossi trasformandolo in un partito nazionale, guidato appunto dalla nuova formazione "Lega - Salvini Premier" fondata nel dicembre 2017, una sigla usata dal partito da due anni in qua nelle sfide elettorali. Da allora una sorta di movimento parallelo, la "Lega-Salvini Premier", le cui strutture ad oggi coincidono con quelle della Lega Nord. Ma, come recita il nuovo statuto, si tratta di «un movimento politico confederale costituito in forma di associazione non riconosciuta che ha per finalità la pacifica trasformazione dello Stato italiano in un moderno Stato federale attraverso metodi democratici ed elettorali».Addio indipendenza della Padania di bossiana memoria, via Alberto da Giussano e leone di San Marco. E infatti Bossi, alla riunione che ha deliberato la convocazione del congresso del 21 dicembre, ha esortato a «non chiudere definitivamente» la formazione da lui fondata nel febbraio del 1991: la Lega Nord per l'Indipendenza della Padania. Gianangelo Bof, commissario della Lega trevigiana: «Non ci devono essere rimpianti, la Lega va avanti, ma certo non per questo si cancella il simbolo di San Marco. Ormai però c'è una nuova classe dirigente in Lega, giovani motivati».Ma che dice il grande vecchio della Liga Veneta, l'ex sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo? «Una evoluzione ci deve essere, con Salvini i risultati ci sono. Ma l'identità va mantenuta. Partito nazionale? Lo siamo già, fin dagli anni 80... Comunque, il leone di San Marco non si deve cancellare». --© RIPRODUZIONE RISERVATA