L'addio a Paolo Pellegrini «Continueremo la tua opera»

Alberto Vitucci«Paolo, amico mio, ti diamo oggi l'ultimo saluto. Il nostro impegno è quello di portare avanti la tua opera per riportare la tua amata Venezia ad essere quella città che hai sempre sognato: pulita, ordinata, decorosa, aperta al mondo e pronta a vincere le sfide». Fascia tricolore e voce rotta dall'emozione, il sindaco Luigi Brugnaro rivolge dall'altare il saluto di commiato a Paolo Pellegrini. Imprenditore e consigliere comunale, in prima fila negli ultimi tempi nella battaglia di riordino della città invasa dai banchetti, dai plateatici, dal moto ondoso. Paolo se n'è andato all'improvviso. Infarto, o forse un'embolia, mentre era per strada. Inutile il ricovero al Civile. È morto durante il trasporto all'ospedale dell'Angelo.Ieri a Santi Apostoli chiesa strapiena di amici e colleghi. Dei tanti che lo avevano conosciuto apprezzandone le qualità di uomo buono, dall'ironia tagliente. Lucido e sornione, di grande cultura e passione. Per il basket e la sua città. In chiesa anche una rappresentanza della «Rayer» come lui, da giovane discreto giocatore della Die'n'ai ai Gesuiti, chiamava la squadra, in omaggio al suo fondatore Costantino Reyer. Il presidente Casarin e il coach De Raffaele, Michael Bramos e il gruppo dirigente. E poi il presidente degli Industriali Vincenzo Marinese, assessori e consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione. In tanti gli erano affezionati. Per quella «verve» ironica e dissacrante. La sua capacità di mettere in discussione anche le scelte politiche fatte dai suoi amici. «Una persona retta e affidabile, ma soprattutto sincera», dice Brugnaro.Il rito viene celebrato dal parroco di Santi Apostoli, don Raffaele Moresu, insieme ad altri quattro sacerdoti: don Cesare parroco di San Canciano, don Fausto Bonini, don Fabio, don Luigi. Una folla muta lo accoglie mentre lo imbarcano sulla lancia diretta a San Michele. Ci sono professionisti e imprenditori, amici, volti noti. La moglie con i tre figli, il fratello Piero, con lui fondatore della Grafiche Pellegrini, azienda leader nel settore informatico e delle fotocopiatrici.Piero era la sua ombra, li si vedeva spesso insieme in Comune. Parlavano dell'azienda e di una città che Paolo amava sopra ogni cosa. Da qualche tempo aveva istituito un suo blog personale, che inviava anche agli amici via mail. «Verde» nella speranza e nel colore dell'inchiostro. Riflessioni sui temi politici, sulla situazione internazionale. Ma anche sul basket e sulla città. L'ultima volta nei giorni delle acque alte: «Ridateci la speranza al posto della commiserazione. Finite sto maledetto Mose, mangiatoia e coacervo di errori. Adesso finitelo». -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI