Le mani dei Casalesi sulla sanità a Caserta Scattano 24 arresti

di Ferrucio Fabrizio wNAPOLI Un intero ospedale di Caserta nelle mani del clan dei Casalesi. Dietro agli appalti truccati e alla fornitura di servizi, Michele Zagaria, oggi al 41 bis, e l'ex sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino come referente politico. Sullo sfondo, la solita mistura di connivenze tra pubblici amministratori infedeli e imprenditori senza scrupoli. Ventiquattro gli arresti (10 in carcere e 14 ai domiciliari) eseguiti dalla Dia di Napoli tra Caserta, Napoli e Verona su richiesta del pm Anna Maria Lucchetta che ha proseguito indagini avviate da Antonello Ardituro, oggi al Csm. Associazione per delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e abuso d ufficio tra i reati contestati, dopo due anni di indagini. Tra gli arrestati l'ingegnere Bartolomeo Festa (66 anni), direttore Unità Operativa del Sant'Anna, per gli inquirenti il centro del business criminale, Francesco Bottino (73), ex direttore generale dell'ospedale, già provveditore agli Studi di Napoli e coinvolto un anno e mezzo fa in un'altra inchiesta sulla sanità casertana. Ancora, Antonio Magliulo (62 anni), consigliere provinciale Pdl, Angelo Polverino ex consigliere regionale Pdl, l'ex sindaco di Caserta Giuseppe Gasparin. E Elvira Zagaria (50 anni), sorella di Michele, nonché moglie del boss Francesco Zagaria (deceduto). È da quest'ultimo che nel 2006 parte l'assalto criminale quando, «supportato politicamente dal segretario politico dell'Udeur regionale dell'epoca, riuscì a far nominare un suo uomo di fiducia quale dirigente generale dell'azienda sanitaria "S. Anna" e "S. Sebastiano", Luigi Annunziata, recentemente scomparso». Da quel momento, secondo l'ordinanza, Zagaria assume il controllo dei lavori pubblici assegnati nell'ospedale casertano e crea un cartello di imprese mafiose, tutt'ora in piedi. Imploso l'Udeur, il sistema criminale avrebbe trovato la sua copertura politica nel coordinatore Pdl campano Nicola Cosentino, dal 2008 «fino al momento del suo arresto, avvenuto nel marzo 2013». Grazie alla «pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare, sotto la regia dei boss della camorra casertana», il clan si era gradualmente infiltrato nel tessuto politico-amministrativo dell'ospedale, trasformandosi in «un complesso apparato in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia». Ascensori, distributori bevande, manutenzione immobili, tutto passava da lì per un affare da 5 milioni. Ai domiciliari 5 dipendenti del Sant'Anna: Nicola Frese, Antonio Maddaloni,Paolo Martino, Giuseppe Raucci, Umberto Signoriello. Sequestro preventivo per quattro ditte (Odeia srl, R.D. Costruzioni, Luigi Iannone e Salvatore Cioffi), 18 immobili, 11 terreni, un box auto, 3 autovetture e quote societarie per un valore di 12 milioni. ©RIPRODUZIONE RISERVATA