La discarica dei veleni e la foresta mai piantata

SANT'URBANO Doveva essere la «foresta del Veneto», è diventata una palude di fanghiglia giudiziaria. Nel pantano, in primis, ci sono finiti Dionisio Fiocco e Lucio Giorio, ex sindaci di Sant'Urbano e Piacenza d'Adige di area Pdl e Udc, accusati di peculato e abuso d'ufficio dalla Procura di Venezia. Fiocco e Giorgio, avrebbero serie responsabilità nel tracollo del progetto di forestazione della discarica di Sant'Urbano, iniziativa che avrebbe fatto finire illecitamente nelle casse della Green Project srl – società creata ad hoc e riconducibile a Fabio Fior – almeno 5 milioni di euro. FORESTA VENETA. Nel 2003 la giunta regionale ha previsto l'impiego di piantagioni forestali per l'assorbimento del biossido di carbonio nell'area. Tra gli interventi, quello di Sant'Urbano, che ospita la discarica tattica regionale di Balduina. Per finanziare la forestazione, la commissione tecnica regionale ambientale (Ctra) presieduta da Fior aveva stabilito di aumentare di 4 euro a tonnellata la tariffa per il conferimento dei rifiuti in discarica. Questa somma, sempre su autorizzazione di Fior, doveva essere versata dalla Gea srl – gestore della discarica – alla società Green Project. Questa realtà, vicina a Fior, aveva ottenuto l'appalto di forestazione senza alcuna gara o selezione pubblica. Il progetto aveva ottenuto anche l'appoggio della società Solaris (partecipata dai Comuni di Sant'Urbano e Piacenza d'Adige, da qui il coinvolgimento dei due ex sindaci), che si era impegnata ad individuare terreni di privati in cui destinare le piante. PROGETTO FASULLO. «Peccato che, nonostante i soldi incassati, la Green Project abbia piantato ben pochi alberi» commenta Augusto Sbicego, dal 2012 sindaco di Sant'Urbano «L'intervento più evidente è quello che si può vedere a sud della piscina, ma non siamo certamente di fronte ad una foresta». Secondo la Procura, gli alberi effettivamente piantati non sarebbero stati più di 2.280, per una spesa di 63.566,32 euro. «Green Project ha ricevuto somme ben più importanti» aggiunge ancora Sbicego, che a settembre 2012 è stato convocato dalla Regione per affrontare la questione.«La Regione ci ha chiesto di reintroitare i soldi delle tariffe, mai spesi per la forestazione comunale. Eravamo appena stati eletti e non sapevamo dove mettere le mani, anche perché i nostri dipendenti comunali ci spiegavano che ogni pratica di quel progetto passava per le mani dell'ex sindaco Dionisio Fiocco. Per questo, usciti dalla Regione, siamo andati a denunciare tutto alla Guardia di finanza di Venezia». Secondo i conti del Comune, Green Project aveva introitato prima del 2012 4 milioni di euro: «2 milioni di euro sono stati restituiti, altri 900 mila sono stati versati direttamente dalla Gea alla Regione e i rimanenti 1,7 milioni sono oggetto di ingiunzione al Comune: noi non sappiamo dove siano finiti e Green Project sostiene di averli spesi nel progetto di forestazione». MAXI RISARCIMENTO. Il Comune di Sant'Urbano è la principale vittima di questa vicenda: «Ci ritroviamo con una discarica che non ha la giusta compensazione ambientale, con tanti alberi promessi ma pochissimi piantati; con 1,7 milioni di euro da recuperare e, beffa su beffa, con una clamorosa richiesta di risarcimento da parte della Green Project», conclude allibito Sbicego. La società ora in liquidazione avrebbe accusato il Comune – reo di aver presentato l'esposto nel settembre 2012 - di essere la principale causa del tracollo: da qui la maxi richiesta di risarcimento di 520 milioni di euro. Cifra, questa, da bancarotta comunale. Ma l'inchiesta farà giustizia su tutto. Nicola Cesaro