Poche unioni e solo due fusioni La Regione: «Ci pensino i prefetti»
di Claudio Baccarin wPADOVA Era l'estate del 2010, si era appena consumata la rottura tra l'allora premier Silvio Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini. All'interno del decreto legge 78 "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica» il comma 28 dell'articolo 14 stabiliva che «le funzioni fondamentali dei Comuni sono obbligatoriamente esercitate in forma associata, attraverso convenzione o unione, da parte dei Comuni con popolazione fino a 5 mila abitanti». Sono passati quattro anni. Di proroga in proroga siamo arrivati alla legge Delrio (la 56/2014) "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di Comuni». Il comma 7 dell'articolo 1 dispone che «il completamento della gestione associata di tutte le funzioni previste debba avvenite comunque entro il 31 dicembre 2014». Considerando che le amministrazioni interessate in Veneto sono all'incirca 280, nelle prossime settimane si prospetta un fuoco di fila di aggregazioni. Oppure un'altra proroga. Le Unioni di Comuni. Sono attualmente ventotto le Unioni di Comuni operative in Veneto. Tre sono attive nel Bellunese, otto nel Padovano, una nel Polesine, una nella Marca, due nel Veneziano, sette nel Veronese e sei nel Vicentino. Complessivamente sono coinvolti 104 Comuni (su 580) e 531.611 cittadini su 4.857.210 (il 10,94%), per una superficie di 2.290 chilometri quadrati (su 18.390: il 12,45%). La più significativa, sia per numero di Comuni associati (11) che per popolazione (99.396 abitanti), è la Federazione dei Comuni del Camposampierese. Fusioni. Vanno invece a rilento le fusioni. Solo il Bellunese, nell'ultimo anno, ha festeggiato la nascita di due nuovimunicipi: Quero e Vas hanno dato vita al Comune di Quero Vas. Longarone e Castellavazzo hanno costituito il Comune di Longarone. L'ultimatum di Ciambetti. «È vero», commenta l'assessore regionale agli Enti locali Roberto Ciambetti, esponente della Lega Nord, «molti Comuni non hanno ancora varato nessuna forma di gestione associata. Va detto però che molti sindaci sono stati eletti per la prima volta a maggio. Per questo, fra ottobre e novembre, organizzeremo per loro degli incontri informativi». Ma se i Comuni non dovessero rispettare la scadenza di fine anno? «Beh, potrebbe accadere che i prefetti si attribuiscano i poteri sostitutivi dei sindaci e che siano loro, d'ufficio, a stringere delle convenzioni tra Comuni». La Pavanello ci crede. Mariarosa Pavanello, sindaco di Mirano e neo-presidente di Anci Veneto, è stata tra i promotori dell'Unione (non obbligatoria) dei Comuni del Miranese, formalizzata il 17 luglio. All'Unione hanno aderito anche Martellago, Noale, Salzano, Santa Maria di Sala e di Spinea. «Credo che quella delle Unioni», afferma la presidente Pavanello, «sia una strada obbligata. Certo, bisogna spiegare ai cittadini che non si tratta di perdere identità, ma di aggregarsi per svolgere meglio le funzioni essenziali e per offrire servizi più qualificati. Molto Comuni piccoli non riescono a garantire il turnover del personale; le Unioni hanno invece la possibilità di sostituire il dipendente che va in pensione con un altro lavoratore. Altra cosa sono invece le fusioni, che devono necessariamente essere preparate da una fase di sensibilizzazione dei cittadini». Intanto Pavanello lancia un appello a Massimo Bitonci, sindaco di Padova, che venerdì non ha partecipato all'assemblea di Selvazzano «Mi è stato riferito che vuole uscire dall'Anci. Lo invito a ripensarci». Padova capofila. «La provincia di Padova», afferma Elisa Venturini, sindaco di Casalserugo (5.500 abitanti) e vicepresidente di Anci veneto, «è quella che in questi anni ha fatto meglio varando ben otto unioni di Comuni». La Venturini è presidente dell'Unione Pratiarcati, che vede insieme i Comuni di Albignasego (25 mila residenti) e di Casalserugo. E domenica 12 ottobre, alle Provinciali, come candidata consigliera, sfiderà proprio il suo vice, Massimiliano Barison, che corre per lo scranno più alto di Palazzo Santo Stefano. Tema all'ordine dei giorno. Di unioni si parlerà nel primo direttivo di Anci Veneto. «Di sicuro», anticipa Francesco Lunghi, sindaco di Monselice e nuovo vicepresidente, «faremo una ricognizione dello stato dell'arte. Ma non dimentichiamo che da sempre l'Italia è un Paese fatto di Comuni».