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VENEZIA «Ma che cosa ne potevo sapere io?» Giancarlo Galan, pochi giorni prima di venire condotto in carcere, si arrabbiava così dopo aver letto le intercettazioni nelle quali Renato Buson, il braccio destro di Piergiorgio Baita, raccontava ai magistrati di Venezia la storia del trattorino. Regalo per il suo matrimonio da parte degli assessori regionali, pensava Galan; regalo della Mantovani secondo la ricostruzione di Buson e Baita. Questa è la piccola storia del trattore di casa Galan, sul quale si faceva immortalare poche settimane dopo il suo matrimonio. Interrogato per cinque volte (4, 10 e 29 aprile, 16 maggio e 11 luglio 2013), Buson racconta ai magistrati l'episodio minore nella saga di Galan. Domanda il magistrato: lei ha mai fatto consegne all'ex presidente Giancarlo Galan? Risponde Buson: personalmente somme di denaro mai. Ne ho consegnate a Baita e dalle lamentele di quest'ultimo presumo che fossero per Galan. Ho sentito spesso Baita lamentarsi dei costi che doveva sopportare per Galan. Domanda: e consegne di altri generi di bene? Risposta: mi ricordo un piccolo trattore agricolo per la sua casa di campagna. Mi fu fatta la fattura e pagai (circa 5000 euro). Domanda: quindi lui se lo andò a comprare e lei pagò la fattura? Risposta: Sì. Quando Galan ha letto la trascrizione dell'interrogatorio è sbottato: «Ma che ne sapevo io che non l'hanno pagato loro?» riferendosi ai suoi assessori regionali. Che, siamo nel 2010, erano: Giancarlo Conta, Renato Chisso, Marialuisa Coppola, Oscar De Bona, Fabio Gava, Renzo Marangon e Vendemiano Sartor. Difficile ricostruire l'accaduto, a distanza di così molti anni. Rimane il ricordo delle grandi feste di Galan, che usava ad ogni compleanno (il 10 settembre) riunire i suoi sodali e far presente che c'era una lista da sottoscrivere, su base volontaria, per essere accolti in pompa magna in villa o nelle osterie dei Colli Euganei che ancora ricordano la sua ospitalità.