Appello degli asili paritari: «Rischiamo di chiudere»

MESTRE Asili a rischio chiusura, la Fism (Federazione Italiana Scuole Materne) si appella al presidente della Regione, Luca Zaia, per chiedere lo sblocco dei contributi destinati a scuole dell'infanzia e nidi integrati. Il presidente della Fism Veneto Stefano Cecchin, a nome dei colleghi, ha scritto al governatore chiedendo un intervento urgente per risolvere il problema del grave ritardo nel versamento dei contributi. «La situazione di bilancio per le scuole dell'infanzia paritarie», si legge in una nota sottoscritta da Maurizio Fontanelle, Ugo Lessio, Nicola Morini, Stefano Grando, Ugo Brentegani e Milena Baghin, rispettivamente delle Fism di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Verona e Vicenza, «è drammatica perché oltre ai ritardi regionali si sommano anche quelli statali e la difficoltà ormai non è solo nell'immediato (il pagamento degli stipendi di luglio e agosto, mesi di chiusura che non prevedono la riscossione di rette), ma anche nella prospettiva della riapertura a settembre e dell'erogazione del servizio con il nuovo anno scolastico». «Le scuole avanzano 4,5 milioni e mezzo di euro, a tanto ammonta il contributo aggiuntivo 2013 approvato il 10 dicembre», spiega Cecchin, «abbiamo chiesto agli uffici come sono messi e non ci hanno neanche fornito un piano di liquidazione, mentre i contributi in conto gestione del 2014 sono ancora in stesura di determinazione. Dunque, non recuperiamo quelli del 2013 e del 2014 ancora non se ne parla. Se non si rispettano le scadenze, il sistema salta in aria. Le scuole sono alla canna del gas. Per non parlare dei 300 nidi integrati nelle 1100 scuole Fism: nel 2013 non è stato erogato nessun contributo, dicono che in questi giorni erogheranno il 76 per cento del dovuto, ma ancora non si vede nulla». Prosegue: «Evidentemente nel passaggio di deleghe dall'assessore Sernagiotto al presidente Zaia, c'è stato un rallentamento, ma le scuole sono in difficoltà, chiedono aiuto alle diocesi, così non si può andare avanti, serve una scelta politica chiara». Si legge nella nota: «Le scuole vivono delle rette delle famiglie, che coprono il 60% del costo di gestione, e di contributi pubblici (Stato, Regione e Comuni) che coprono il rimanente 40% (fino a pochi anni fa il rapporto era esattamente invertito)». La Fism snocciola qualche dato: nel Veneto 2 bambini su 3 frequentano scuole pubbliche paritarie riconosciute dalla legge 62 del 2000. Sono più di 90.000 le famiglie che hanno i bambini frequentanti le scuole paritarie, oltre 9.000 i dipendenti. In Regione le scuole paritarie associate alla Fism sono 1.073, accolgono 83.616 bambini cioè il 61,10% di tutti i bambini veneti dai 3 ai 6 anni scolarizzati. Precisa la Fism: «Le scuole dell'infanzia e i nidi sono un patrimonio d'incommensurabile valore sociale e originale connotazione dell'identità della comunità veneta. Contribuiscono a far risparmiare consistenti risorse della finanza pubblica (più di 500 milioni di euro all'anno)». «Siamo certi che questo nostro appello», concludono, «sarà accolto con sensibilità dal presidente Zaia, dalla Giunta e dal Consiglio regionale. Privare l'infanzia dei servizi che le spettano significa derubarla del proprio futuro». Marta Artico