Il rifugio nei boschi dove gli orsi non fanno paura
Teo Giubilato, 28 anni, nato e cresciuto a Conegliano e con una laurea in Scienze naturali, dopo un tirocinio sulle isole Canarie sta trascorrendo un anno a Kuterevo, in Croazia, al rifugio degli orsi orfani. È arrivato lì grazie allo Sve, il Servizio volontario europeo, un programma di volontariato internazionale finanziato dalla Commissione Europea che permette a tutti i giovani residenti in Europa, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, di svolgere un'esperienza di volontariato internazionale presso un'organizzazione o un ente pubblico in Europa, in Africa, Asia o Sud America per un periodo che va dai 2 ai 12 mesi. Lo Sve è molto simile al Servizio civile internazionale: prevede il rimborso delle spese di viaggio (al 90%) e la copertura completa dei costi di vitto e alloggio. Un'opportunità unica per entrare in contatto con culture diverse dalla propria e per acquisire nuove competenze. Svolgere il Servizio volontario europeo è facile: sul sito si possono selezionare le organizzazioni e i progetti che interessano all'interno del database e quindi candidarsi anche via mail. serviziovolontarioeuropeo.it di Macri Puricelli Teo sorride. E accarezza con lo sguardo tutti i "suoi" orsi. Quelli che da molti mesi sta seguendo, nutrendo, curando. Come Mladagora che ha appena compiuto 4 anni, che è una bella orsetta oggi in ottima salute, ma che da piccola ha rischiato di morire. «Avrà avuto 3 mesi quando sua mamma venne uccisa da un bracconiere» racconta Teo che di cognome fa Giubilato, è di Conegliano e con in tasca una laurea in Scienze naturali ha deciso di trascorrere un anno della sua vita a fare il volontario fra gli orsi di Kuterevo, in Croazia. «Mladagora si ritrovò sola nel bosco con pochissime possibilità di sopravvivenza. Cominciò ad avvicinarsi alle case. Fu così che un abitante di un villaggio qui vicino se la ritrovò in giardino. Era bellissima. Un giocattolo. Pesava 7 chili, era dolcissima e felice di condividere giardino e casa con quel bipede che aveva cominciato a nutrirla. Ma anche in Croazia non si possono tenere in casa animali selvatici. Così la polizia si portò via Mladagora e la lasciò nel bosco». Ma lei non ci voleva stare e continuava a tornare dell'amico umano, sicura che avrebbe trovato qualcosa da mangiare. Il bosco le faceva solo paura. Preferiva il villaggio e non aveva più timore degli uomini. Solo che l'orsetta cresceva. Aumentava di peso e di altezza. Senza volerlo stava per diventare pericolosa: «Per fortuna Mladagora e il suo amico umano hanno incontrato Ivan, il papà di tutti gli orsi orfani, l'uomo che dodici anni fa a Kuterevo fondò questo rifugio unico in Europa». Kuterevo è un villaggio di poche anime a 300 chilometri da Trieste, stretto fra l'autostrada che corre verso Dubrovnik e la catena montuosa del Velebit. Qui dove nasce la bora, fra boschi impenetrabili e cime che s'affacciano all'Adriatico, vive la seconda popolazione di orsi di tutta Europa. C'è un rifugio per orsi orfani. Qui Teo è arrivato lo scorso ottobre grazie allo Sve, il servizio volontario europeo: «È stata la mia fortuna scoprire Kuterevo» racconta «solo qui abbiamo la possibilità di studiare da vicino orsi che vivono in uno stato di semi libertà. Sono nove e non possono più abitare i loro boschi. Io li chiamo "martiri" perché la loro presenza è la testimonianza di quanto sia difficile per gli orsi sopravvivere alla caccia, ai bracconieri. In Croazia la caccia all'orso in alcuni casi è ancora consentita e i risultati, spesso, sono orfanelli che vagano e muoiono nei boschi, oppure scendono nei villaggi in cerca di cibo. O ancora vengono catturati e venduti illegalmente a zoo o privati». La vita è dura a Kuterevo, soprattutto d'inverno, ma la fatica non si sente. Teo, che resterà qui fino a ottobre, condivide l'esperienza con ragazzi e ragazze che vengono da Francia, Russia, Svizzera, Spagna. «Durante l'inverno dobbiamo dare da mangiare agli orsi, se non sono ancora in letargo, e a tutti gli altri animali. Bisogna tagliare la legna. Preparare marmellate. Sistemare gli alloggi per i visitatori. Dare una mano ai vecchietti nelle loro case. Ora con la bella stagione ci sono i visitatori da portare in giro. Raccontare la vita di questi orsi e spiegare il perché esiste un rifugio come questo che si mantiene con libere donazioni. Ma soprattutto convincerli che vivere con gli orsi si può». Ci vorrebbe un posto così anche per Genè, l'orso M4, che in queste settimane sta attraversando le montagne venete uccidendo mucche e pecore e che in queste ore Forestale e Polizia provinciale stanno cercando di catturare per mettergli un radiocollare e monitorarne le peregrinazioni. Non solo ci vorrebbe un luogo come Kuterevo, ma anche la saggezza dei suoi abitanti. «A Kuterevo», conclude Teo, «gli abitanti convivono serenamente con orsi quasi domestici che abitano grandi recinti fra le case e orsi selvatici che vivono attorno nei boschi. Qui tutti hanno incontrato un orso nei boschi, almeno una volta nella vita. Ma nessuno lamenta perdite di pecore. Perché hanno cani pastore che sanno difendere il gregge. Gli orsi lo sanno. E spesso alle pecore preferiscono le prugne».