Galan contro Minutillo «Incassava tangenti»
di Giorgio Cecchetti wVENEZIA Nonostante avesse più volte chiesto di essere interrogato, ieri, Giancarlo Galan ha fatto scena muta, avvalendosi della facoltà di non rispondere, davanti al giudice milanese Cristina Di Censo, ma le ha consegnato un memoriale scritto di suo pugno di 35 pagine in cui attacca chi lo accusa e che stamane un finanziere partito appositamente da Venezia andrà a ritirare per consegnarlo al giudice lagunare Alberto Scaramuzza, il magistrato che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare per il deputato di Forza Italia ed ex ministro. Solo indiscrezioni sul contenuto del memoriale, anche se in parte lo stesso Galan aveva reso nota la sua linea difensiva in un'affollata conferenza stampa prima che la Giunta della Camera decidesse il suo destino. Il suo obiettivo principale è la sua ex segretaria Claudia Minutillo: lui si è sentito tradito dalle rivelazioni di lei e in ogni occasione non manca di screditarla, squalificarla, in modo da rendere poco credibili le accuse che lei ha lanciato contro di lui. Nel memoriale avrebbe finalmente rivelato il vero motivo del suo licenziamento dalla sua segreteria in Regione, dopo averne soltanto accennato nella conferenza stampa da libero, e promettendo che più avanti ne avrebbe rivelato il vero motivo, che non era la gelosia della moglie Sandra Persegato. Nel documento che oggi sarà consegnato al giudice veneziano sta scritto che Claudia Minutillo era stata cacciata dal posto che occupava, quella di segretaria particolare del presidente della Regione Veneto, perché lo stesso presidente aveva scoperto che in due o tre occasioni aveva ricevuto danaro – più di 200 mila euro complessivamente e non da imprenditori con interessi sul Mose, ma sempre di tangenti sembra trattarsi – da soggetti esterni all'amministrazione regionale. Nel memoriale ci sarebbero nomi e cognomi e, dunque, sarà facile per i pubblici ministeri Paola Tonini e Stefano Ancilotto controllare la circostanza se davvero è riportata l'identità di coloro che avrebbero versato del denaro alla Minutillo. Da ricordare, comunque, che all'epoca dei fatti, che sarebbero già caduti in prescrizione, l'ex segretaria non fu licenziata ignominiosamente e denunciata, ma in tanti si mossero per sistemarla in un posto degno di lei. Si mobilitò addirittura la potente Lia Sartori, allora lo era davvero ed era anche «soggetto di assoluta fiducia di Galan», per convincere Giovanni Mazzacurati ad assumere al Consorzio Venezia Nuova Minutillo perché c'era bisogno di ricollocarla degnamente. Alla fine, infatti, si trasformò in manager e divenne amministratore delegato di Adria Infrastrutture. Le accuse di Galan riguardano anche Mazzacurati, accusato di essersi appropriato dei soldi del Consorzio giustificando poi gli ammanchi con il pagamento delle tangenti. Per i lavori per la villa di Cinto Euganeo, ha negato la circostanza che a pagarli fu Piergiorgio Baita, come da lui sostenuto. Per l'avvocato Franchini, Galan «ha dato una risposta puntuale a tutte le contestazioni». L'interrogatorio concluso con la dichiarazione dell'intenzione di avvalersi della facoltà di non rispondere è durato poco più di mezz'ora nel carcere di Opera, tanto che nessuno dei due difensori, gli avvocati Nicolò Ghedini e Franchini, si sono presentati. A sostituirli un giovane avvocato veneziano.