«I posti sono più di cinquemila e l'ansia delle sale è sparita»

DALL'INVIATA A ROMA Il "buco" resta e la Mostra del cinema dovrà farsene una ragione perché quest'anno, oltre alla voragine pietosamente ricoperta dal praticello all'inglese, ci sarà anche un vuoto istituzionale che il cerimoniale dovrà riempire ridisegnando le prime file della Sala Grande orfane di sindaco e assessori. In cambio, però, ci sarà una Sala Darsena interamente rinnovata, forte di 109 posti in più (da 1.300 a 1.409) e di impianti all'avanguardia, inclusa l'acustica a volumetria spaziale, poco descrivibile a parole. Con un investimento di sei milioni di euro stanziati dal Comune, grazie al quale è stato possibile realizzare anche un collegamento tra la Sala Grande e la Sala Darsena per permettere in futuro l'uso congiunto delle due strutture, la Biennale trova il riscatto definitivo dal nuovo Palazzo del Cinema che nessuno vedrà mai affidandosi all'esistente sottoposto a una radicale remise en forme. Dopo il rinnovo integrale della Sala Grande, delle sale Pasinetti, Zorzi, Volpi e del PalaBiennale, dopo l'introduzione della Sala Casinò e la trasformazione della Sala conferenze stampa (anche) in sala proiezioni - da portare in futuro a 500 poltroncine - il presidente della Biennale Paolo Baratta sfodera il dato finale che era il suo obiettivo e il suo atto di fede contabile: 5.165 posti di cui il 90 per cento totalmente rinnovati. Nemmeno un euro, invece, per gli addobbi come la levata di scudi rossi che continuerà a decorare l'esterno del Palazzo del cinema. L'immagine della Mostra avrebbe potuto risentire dello scandalo Mode? «La bufera del Mose» dice Baratta «riguarda aspetti della vita privata e pubblica che spero siano rapidamente tradotti in un bell'esercizio di rinascita, nello spirito e nei fatti, della città di Venezia. Vi era il pericolo che un fenomeno di questo genere, in una città non grande potesse intaccare anche lo svolgimento di attività di istituzioni come la nostra, ma questo non è accaduto». «La Mostra di Venezia è una Mostra internazionale e deve mantenere una posizione di prestigio nel mondo anche nel tempo presente che vede il mercato interno del cinema diventare relativamente modesto nel contesto del mercato mondiale, nonostante il cinema italiano sappia farsi onore» spiega Baratta. Punto principale della nostra strategia resta il mantenere alta la reputazione della Mostra alla quale concorrono tre fattori fondamentali: la storia, la continuità di un modello fondato sull'autonomia e le innovazioni». Anche per questo, come già in passato, il presidente chiede al Lido uno sforzo suppletivo, che peraltro dovrebbe essere un'operazione di marketing di buon senso considerato che sull'isola, nei dodici giorni di festival, ci saranno oltre 3 mila giornalisti di cui 1.200 in arrivo dall'estero. «Avere in casa la stampa di tutto il mondo è un'occasione formidabile per far conoscere l'isola anche al di là della Mostra del cinema» spiega Baratta «chiedo quindi agli albergatori di essere astuti». Fatto l'accordo con i principali alberghi per avere «prezzi stabilizzati per correggere l'immagine di maggiore costosità», resta il contorno. Tra gli sponsor, entra Google con Google Play, lo store d'intrattenimento digitale e Renault con 40 auto a disposizione delle star. (m.pi.)