«Servono più controlli per fermare gli abusivi»

Non era la prima volta che i vigili urbani pizzicavano quei coreani a gestire una struttura abusiva in centro storico. L'intervento dell'altro giorno è stato fatto a Dorsoduro, ma già in passato quelle stesse persone erano state scoperte essere a capo di una struttura totalmente abusiva. E, in entrambi i casi, sono state fondamentali le soffiate arrivate da alcuni residenti nel sestiere, e gestori di altri alberghi. Più di una persona infatti aveva avvisato i vigili urbani che in quello stabile c'era un via vai di coreani e di turisti prevalentemente asiatici. Come si ricorderà alla titolare dell'albergo abusivo sono stati contestati: l'esercizio abusivo dell'attività, la mancanza di classificazione dell'attività ricettiva, la mancanza di nulla osta igienico-sanitario e la mancata comunicazione degli ospiti alla questura, per un totale di sanzioni amministrative pecuniarie di 5.066 euro. di Roberta De Rossi «Non ci vuole molto, basta la volontà che la vecchia amministrazione - evidentemente - non ha avuto: si prendono i maggiori siti di prenotazione alberghiera online e si incrociano i dati con le strutture che non risultano negli elenchi delle aziende certificate e che devono incassare l'imposta di soggiorno e versarla al Comune. Si prenda una piccola parte degli oltre 20 milioni di euro dell'imposta e la si utilizzi per questo, con trasparenza, invece di farli tutti sparire nel pozzo senza fondo della spesa corrente: speriamo che il commissario tenga conto di questa indicazione». Il presidente degli albergatori veneziani, Vittorio Bonacini, è un fiume in piena nel commentare la notizia della scoperta - da parte dei vigili urbani della sezione di Polizia tributaria e di Dorsoduro - di un "albergo" da 13 stanze e 19 posti letto completamente abusivo, a gestione coreana: un blocchetto terra cielo tra Ca' Foscari e campo Santa Margherita, dove i posti letto erano venduti a 25 euro l'uno, online. Dieci i turisti coreani trovati al momento della verifica, costata ai titolari una sanzione di 5066 euro, in attesa dell'indagine fiscale della finanza e che dall'Edilizia privata arrivi l'ordine di sospendere l'attività, in un immobile a destinazione residenziale. «Ma sono decine, centinaia e centinaia se consideriamo anche gli appartamenti turistici», insiste Bonacini, «ma i casi - troppo pochi - che sono venuti alla ribalta delle cronache riguardano sempre strutture "extralberghiere", vorremmo allearci con la nuova amministrazione comunale per studiare insieme i migliori sistemi per sbaragliare questo problema, che è di sicurezza, di evasione, di violazione delle norme di igiene. Basterebbe usare le nuove tecnologie, tutte queste strutture sono in vendita in Internet». «Sono sotto gli occhi di tutti, si trovano nei siti di prenotazione online», conclude Bonacini, «lo ripeto: basta incrociare i dati, basta avere la volontà di farlo. Poi bisognerebbe andare a fondo anche sulla proprietà di immobili come quelli della struttura individuata dai vigili, fare verifiche sulla proprietà e gli affitti: la trasparenza è l'unica arma e i soldi per alimentare le verifiche possono tranquillamente arrivare dall'imposta di soggiorno». L'occasione è propizia anche per ribadire la richiesta «basta alberghi in città, sono troppi»: slogan che da almeno 20 anni le associazioni di cittadini ripetono inascoltate a fronte di spazi per la residenza sempre più ridotti e dagli affitti inarrivabili: «Chiediamo da tempo lo stop dei cambi d'uso e non parlo tanto dei grandi palazzi sul Canal Grande, che solo imprenditori "folli" hanno il coraggio di salvare dal degrado, ma di immobili in ogni dove in città, ormai satura, venduti dallo stesso Comune per fare cassa».