«Spero che "Leoni" approdi a Venezia Guarda oltre la crisi»

È scomparso il 30 giugno per complicazioni cardio - respiratorie all'ospedale Cedars-Sinai di Los Angeles il regista e attore Paul Mazursky. La notizia però è stata ufficializzata solo martedì sera. Nato a Brooklyn il 25 aprile 1930 (vero nome Irviz Mazursky), era di origini ucraine e i genitori ebrei si erano trasferiti in America agli inizi del '900. Da attore debuttò agli inizi degli anni '50 apparendo nel primo film di Stanley Kubrick ("Fear and Desire") e poi conquistandosi una fama di caratterista in cinema e televisione. Da regista debuttò con un grande successo nel 1969 ("Bob & Carol & Ted & Alice") diventando uno degli alfieri della generazione "anti Hollywood" fiorita dopo i movimenti di Berkeley e della contestazione alla guerra in Vietnam. Tra i successi: "Stop a Greenwich Village" (1976) e "Una donna tutta sola" (1977). di Michele Bugliari wMIRA Sarà Neri Marcorè il protagonista del secondo appuntamento di "Sorsi d'autore" che si terrà domani sera alle 21 a Villa Venier di Mira. Moderatrice dell'incontro con il pubblico (a ingresso libero) sarà Cinzia Tani. L'iniziativa è un progetto di Fondazione Aida, Regione Veneto e Istituto Regionale Ville Venete. Più diversi sponsor privati. Neri Marcorè parla un po' del momento artistico che sta vivendo. Vista la sua partecipazione a "Sorsi d'autore" immagino che lei apprezzi le eccellenze enogastronomiche venete. «Il Veneto è una delle regioni di Italia più interessanti per i vini. Non si sbaglia mai a bere vini veneti. Io adoro le bollicine della vostra regione, in particolare il Prosecco, ma come non citare un grande vino come l'Amarone?». In Veneto lei ha girato un film che dovrebbe uscire fra poco vero? «Nel settembre scorso ho finito di lavorare "Leoni" il film di esordio del regista vicentino Pietro Parolin. Ora stanno ultimando la fase di editing e spero che venga selezionato per il Festival del Cinema di Venezia. È una commedia ambientata a Treviso e parla di un signore, ovvero il personaggio che io interpreto, che ha sempre vissuto in una famiglia agiata. Quella che gli ha permesso di fare una bella vita senza mai lavorare. A un certo punto però i soldi finiscono e lui deve occuparsi dell'attività di famiglia. È un film che parla della crisi, ma non per piangersi addosso, lo spirito è quello di dire che tutti noi possiamo fare qualcosa nel nostro piccolo per tentare di uscirne». Poi ha lavorato in Puglia, in un film di Cristina Comencini. «Abbiamo appena finito di girare "Latin Lover", un film corale, una commedia di situazione. La realtà c'entra relativamente, sono delle storie legate alla discendenza di un personaggio di grande fascino, come potevano essere stati un tempo Gassman, Mastroianni o Tognazzi. Questo attore ha avuto tante donne nella sua vita. Dopo la sua morte si ritrovano per commemorarlo e poi scoprono delle verità che alcune conoscevano e altre no. Così la situazione rischia di esplodere e poi tutto si ricompone. Ci sono tante bravissime attrici nel cast, tra cui Virna Lisi, Valeria Bruni Tedeschi, Angela Finocchiaro e Marina Paredes». A settembre presenterà il Premio Campiello con Geppi Cucciari che attualmente conduce la trasmissione che lei ha condotto per anni "Per un pugno di libri", le manca? «Non mi manca, l'ho lasciata consapevolmente dopo dieci anni di soddisfazioni, sapendo che a quel punto avrebbe potuto esserci una flessione di interesse da parte mia o da parte del pubblico». Lei ha colpito particolarmente nell'interpretazione di Papa Luciani. «È stata una grande soddisfazione aver interpretato questo grande personaggio. Un uomo di cui avevo una grande ammirazione quando ero piccolo. Devo dire che Papa Francesco mi ricorda molto Papa Giovanni Paolo I».