Bologna, torna la Festa nazionale dell'Unità

Matteo Renzi è sempre rimasto stregato dalle feste dell'Unità emiliane, da quel mix di politica, cucina, musica, cultura e socialità, da un rito politico vecchio settant'anni e sopravvissuto a tutto. Così ha voluto restaurarlo, con piena cittadinanza, dentro il suo Pd. Diventato segretario, ha deciso di ritirare fuori un "brand" frettolosamente rottamato da segretari ex Pci in nome di una presunta maggiore inclusività. Dal 27 agosto al 7 settembre il momento di festa nazionale del partito tornerà a chiamarsi Festa dell'Unità. E non a caso è stata scelta Bologna. Una scelta che ha un significato politico, ma anche pratico: a Bologna, Modena e Reggio Emilia le feste provinciali che si svolgono fra la fine di agosto e i primi di settembre, sono macchine rodate che ogni anno sono frequentate da migliaia di persone, che guadagnano con decine di ristoranti e alla cui organizzazione i volontari lavorano tutto l'anno. Altrove le feste nazionali vanno costruite quasi da zero. Nel triangolo emiliano basta mettere il bollino di festa nazionale su una manifestazione che esiste comunque ed il gioco è fatto. Il segretario bolognese del Pd Raffaele Donini e il responsabile delle feste Fabio Querci ringraziano per la fiducia, ma ricordano che, di fatto, la festa è già bella che organizzata: sarà su un'area di 30mila metri quadrati, che l'anno scorso ha fatto un milione di visitatori e tre di fatturato.