Il corpo danzante di Meg Stuart come un autoritratto
Ultimi appuntamenti del 9. Festival internazionale di danza contemporanea. La coreografa americana Meg Stuart, la compagnia italiana Dewey Dell, per la prima volta alla Biennale, e con loro Virgilio Sieni, sono in scena con un trittico di novità questa sera al Teatro alle Tese. Alle 20.00 debutta "Indigene", prima parte di uno spettacolo progettato dai Settori Danza e Musica della Biennale: in scena le giovani danzatrici di Biennale College – Danza in un gioco combinatorio sul duetto e il quartetto firmato da Virgilio Sieni, mentre al compositore Giovanni Manzini è stata commissionata la musica originale. Lo spettacolo avrà una seconda fase di elaborazione per il Festival di Musica a ottobre. Alle 20.30 va in scena "Marzo" dei Dewey Dell, compagnia dal tratto fortemente performativo che qui affronta per la prima volta la narratività avvalendosi della collaborazione di personalità esterne come il fumettista e artista visuale Yuichi Yokoyama e il drammaturgo Kuro Tanino, entrambi giapponesi. «In un cratere enorme causato dall'impatto di un meteorite milioni di anni fa, in un pianeta lontano dal nostro, abitano alcune persone. Come microbi colti dall'occhio di un microscopio o come pianeti colti dall'iride di un telescopio, noi osserviamo questi corpi vivere un dramma che sembra contenere tutta l'offesa che il luogo ha subito millenni di anni prima». Infine, alle 21.30, debutta il nuovo spettacolo di Meg Stuart, Hunter, presentato in prima per l'Italia a pochi mesi dal debutto tedesco. Famosa per importanti improvisation projects che hanno coinvolto molteplici artisti, Meg Stuart è autrice di assoli, coreografie d'ensemble, installazioni site-specific ospitati anche in gallerie e mostre come Documenta X di Kassel. Con il nuovo assolo, Hunter, Meg Stuart esplora il proprio corpo danzante come fosse un archivio di esperienze e memorie personali e culturali da cui trarre una serie di autoritratti. Lontana da ogni virtuosismo, la pratica dell'improvvisazione che è alla base della sua ricerca determina quella struttura aperta, smontabile, libera e dinamica della danza che impronta anche il lavoro della compagnia. ©RIPRODUZIONE RISERVATA