«Magistrato alle Acque asservito al Cvn»
VENEZIA Dalla carta igienica che il Consorzio comprava al Magistrato alle Acque, alle palette e i lampeggianti di polizia che gli indagati si procuravano per messinscena da finti '007'. Fatti curiosi e grotteschi nell'inchiesta Mose. Intercettazioni e interrogatori degli arrestati hanno portato la Gdf a scoprire tanti episodi strampalati. In un interrogatorio, Pio Savioli, consulente del Coveco, spiega quale fosse l'asservimento del Mav nei confronti del Consorzio Venezia Nuova: «era in completa sudditanza psicologica, e anche operativa, gli compravano anche la carta igienica. Lo dico - precisa Savioli - perché è vero, non è una battuta». Se le mazzette di denaro, svelano le carte dell'inchiesta, erano la consuetudine per i corrotti dalla cricca, c'era chi si accontentava di benefit in "natura": un potente motore per il gommone, ad esempio. Lo conferma ai magistrati il padovano Mirco Voltazza, riferendosi all'ex vice questore di Bologna, Giovanni Preziosa, arrestato per corruzione e rivelazione di atti coperti da segreto d'ufficio, cui avrebbe «regalato» un motore fuoribordo per il proprio gommone. Un propulsore da 9mila euro, che Preziosa - dice Voltazza - venne a ritirare personalmente a Marghera. Gli stessi due nomi escono da un'intercettazione della inchiesta Mantovani per un altro episodio surreale: una messinscena da finti 007, incaricati da Baita di "spaventare" l'ad di Veneto Strade, Silvano Vernizzi, che doveva sbloccare un appalto. Voltazza, con paletta e lampeggiante della polizia forniti da Preziosa, si sarebbe presentato in auto davanti alla sede della società, per millantare che sarebbe partita un'inchiesta se il fascicolo non si sbloccava. Emblematica la mazzetta da mezzo milione di euro buttata dietro un armadio per nasconderla ad un'ispezione della Gdf.