GIRO D'ITALIA»IERI RIPOSO

di Maurizio Di Giangiacomo wINVIATO A MODENA Ieri il Giro d'Italia ha tirato il fiato, in vista di una seconda settimana che imperniata sulla cronometro Barbaresco-Barolo (giovedì) e sugli arrivi in salita di Oropa (sabato) e Montecampione (domenica), ma soprattutto sulle grandi montagne dei sette giorni conclusivi: la Val Martello con Gavia e Stelvio, la cronoscalata del Monte Grappa e lo Zoncolan. Con tutte le salite che ci attendono, tracciare bilanci dopo questi primi nove giorni di corsa serve a poco. Ma, tanto per cominciare, corre l'obbligo di ammettere che quello a cui stiamo assistendo non è il Giro che vi avevamo presentato alla vigilia. Perché il destino ha messo una pompa tra i raggi di Joaquin Rodriguez, ma anche perché il protagonista più atteso, Nairo Quintana, finora ha sinceramente deluso. Paga le conseguenze della caduta di Montecassino, si dirà, ma quello è un discorso che vale per metà del gruppo; attende le grande montagne, obietterà qualcuno, ma la splendida azione di Domenico Pozzovivo sulla salita del Passo del Lupo dimostra che il terreno per fare la differenza c'era già domenica. Crescono quindi le quotazioni del lucano della Ag2r, ancora di più quelle dell'attuale maglia rosa Cadel Evans (Bmc), mentre calano quelle del colombiano della Movistar. Come abbiamo fatto alla vigilia della cronosquadre di Belfast, anche oggi facciamo riferimento alle quote di Iziplay: il raffronto è davvero interessante. Il favorito resta Quintana, ma se era dato a 1,85 alla vigilia, oggi la sua vittoria è "solo" a 2,10. Che non fa poi chissà quale differenza. A far pensare, però, ci sono le quote degli avversari: Evans, che era partito da Belfast con un 10,00, adesso è dato a 2,85; e Pozzovivo, inizialmente quotato a 20,00, adesso è dato a 10,00 (in mezzo c'è sempre Rigoberto Uran della Omega Pharma a 6,00). Evidentemente, nemmeno i bookmakers credono al 100% nelle possibilità del 23enne maglia a pois dell'ultimo Tour de France di far saltare il banco di Evans. «Non è andato forte come in tanti attendevano – ammette lo stesso Cadel – ma vedrete che arriverà. L'anno scorso è arrivato al Tour praticamente senza aver corso nemmeno una gara ed è stato il migliore sulle montagne, penso che qui al Giro potrebbe fare abbastanza. Ma io ho visto molto bene anche Pozzovivo, che sta scalando la classifica». Già. E se il vero rivale del 37enne australiano – che corre anche per battere il record di Fiorenzo Magni, che vinse a 34 anni e 5 mesi – fosse proprio il 31enne di Montalbano Jonico? Non è uomo da grandi proclami Domenico. Anche dopo la bella azione di domenica, il lucano tiene ferma la barra su quelli che erano i suoi obiettivi della vigilia. «Il podio e una vittoria – dice, deciso a rompere il digiugno che dura proprio dalla tappa di Lago Laceno del Giro 2012 – Mi spiace che non sia arrivata a Sestola, speravo che Weening e Malacarne accusassero la fatica o si studiassero un po' di più, ma in questo Giro d'Italia avrò altre occasioni. Non sono mai stato così bene, voglio approfittare della mia condizione, attaccherò ancora». Il piccolo capitano coraggioso della Ag2r non attenderà la terza settimana, ha già messo nel mirino le salite del prossimo weekend. «Gli arrivi di Oropa e Montecampione mi si addicono – prosegue – ma credo che lì vedremo anche il miglior Quintana». Ma Pozzovivo non ha paura, anche perché i primi arrivi in salita del Giro d'Italia hanno dimostrato che una delle squadre capaci di fare la differenza, in salita, è proprio la sua sorprendente Ag2r La Mondiale: preziosissimo, in particolare, il lavoro del giovanissimo Alexis Vuillermoz. «Ho una buona squadra, che può anche fare la corsa», conferma fiducioso in lucano. A noi non sembrano le parole di un semplice outsider. @mauridigiangiac ©RIPRODUZIONE RISERVATA