GIRO D'ITALIA»A FOLIGNO
di Maurizio Di Giangiacomo wINVIATO A FOLIGNO (Perugia) Nemmeno a Foligno, proprio al centro del Belpaese, la volata sorride a un italiano. Il brianzolo Giacomo Nizzolo (Trek) prova a colpire d'anticipo, ma il gancio da ko è – come a Bari – quello del francesino Nacer Bouhanni. E ci mancherebbe: padre e madre algerini, il 23enne di Epinal ha cominciato con la boxe e prima delle gare ama caricarsi guardando i filmati dei knock out di Mike Tyson. In un colpo solo Nacer ha messo al tappeto anche l'altro azzurro Elia Viviani (appena decimo), strappandogli la maglia rossa della classifica a punti: sarà lui l'uomo da battere nelle tre volate che rimangono da qui a Trieste. Sembra invece destinata a concludersi oggi, sulle rampe del Carpegna o su quelle di Montecopiolo, la parabola dell'altro Bad Boy di questo Giro d'Italia, Michael Matthews: quarto in volata alle spalle di Bouhanni, Nizzolo e Luka Mezgec (Giant Shimano), l'australiano della Orica Greenedge vorrebbe sorprenderci ancora, ma sa che le montagne sulla quali si allenava Marco Pantani sono troppo anche per un piccolo grande fenomeno come lui, il velocista che è riuscito a tenere la ruota di Cadel Evans a Montecassino e poi l'ha battuto in volata. «Sapevamo fin dalla vigilia di questo Giro d'Italia che, se avessimo vinto la cronosquadre, oggi sarebbe stato in ogni caso l'ultimo giorno in maglia rosa – ha detto Bling, Splendente, com'è soprannominato – Mi spiacerebbe perderla, farò ovviamente di tutto per tenerla, ma sarà molto difficile. È stata una settimana bellissima, non posso chiedere di più a me stesso ed alla mia squadra». Quasi una resa. Anzi, un passaggio di consegne, tra un australiano e l'altro, tra il giovane Matthews e il vecchio Evans, sempre secondo in classifica generale a 21" dal leader. «Cadel è in grande forma – ha aggiunto il 23enne della Orica – potrebbe anche attendere tappe ancora più dure di quella del Carpegna, ha una squadra molto forte. Sarebbe bello vederlo sul podio alla fine del Giro d'Italia, magari in maglia rosa». Detto che – a dispetto delle nefaste previsioni – finalmente ieri la pioggia ha risparmiato la corsa rosa, bisogna rendere onore ai fuggitivi di giornata: Chalapoud (Colombia), Haas (Garmin Sharp), Anacona (Lampre Merida), Thurau (Europcar) e il giovane veneto di San Donà di Piave Nicola Boem (Bardiani Csf). La loro azione a lunga gittata ha fatto cilecca come quelle precedenti, ma il gruppo – mostruosamente incerottato dopo la maxicaduta di Cassino – si è preso un bello spavento quando se li è ritrovati in vantaggio di quasi cinque minuti e mezzo a 45 km dal traguardo. A quel punto la Cannondale ha messo Moreno Moser in testa a tirare. Il vigore del giovane trentino ha rischiato di frazionare il gruppo, che poi però s'è ricompattato e ha messo i fuggitivi nel mirino grazie anche al lavoro di Fdj.fr, Trek e Lotto e ha completato l'operazione nei chilometri conclusivi. La Giant Shimano ha confermato ancora una volta di lavorare a vuoto, o peggio, per gli avversari, senza il suo "faro" Kittel: Mezgec s'è infatti visto superare da Nizzolo, ma la sua colpa più grande è aver abbassato la guardia alla sua destra, lungo le transenne, da dove è appunto sbucato Bouhanni. «Mi sono ritrovato chiuso a sinistra e allora sono passato dall'altra», ha spiegato il francesino, con la naturalezza di un piccolo Cavendish. «Non amo questi paragoni. Ognuno ha la sua storia, ma io punto a migliorare anno dopo anno», si schermisce Nacer. Ma di lui sentiremo parlare ancora. @mauridigiangiac ©RIPRODUZIONE RISERVATA