Electrolux, referendum a rischio

SUSEGANA Prime assemblee di fabbrica, ieri, e primi scontri sull'accordo Electrolux che proiettano un'ombra sinistra sull'esito dei referendum. Il voto è iniziato a Forli, martedì 20 sarà il turno di Susegana. «Qui a Forlì – fa sapere Cinzia Colabricco, delegata Fiom – c'è stato un aspro confronto tra delegati e sindacato, e fra gli operai. L'intesa prevede una maggiore produzione di 11 pezzi all'ora e, pertanto, le condizioni che chi opera alla catena di montaggio sono di gran lunga pegiorate. Tutta colpa dei nostri dirigenti che hanno dato priorità ad altri aspetti, pure importanti». In linea lavoreranno due quinti degli operai, quindi è possibile che il referendum passi. A Susegana, invece, la percentuale dei montaggisti è intorno al 50% e il risultato è più incerto. Anche ieri, all'incontro con Nichi Vendola, leader di Sel, arrivato fino all'ingresso della fabbrica per sostenere la delegata Paola Morandin, candidata alle Europee per Tsipras, i delegati hanno manifestato tutto il loro malumore, rivoltandosi contro lo stesso presidente della Puglia che ha difeso l'accordo, perché – ha spiegato «non è un de profundis» ma «un segnale di vita». «È importante aver bloccato per almeno un triennio la delocalizzazione e definito un aumento degli elettrodomestici prodotti in Italia, con investimenti di processo e di prodotto, prima non previsti nei vari stabilimenti» concorda Morandin, ma la fabbrica di Porcia «vedrà ridursi del 40% la propria produzione e la relativa occupazione» e c'è un pesante peggioramento delle condizioni di lavoro, attraverso un aumento dal 5 al 10% (a secondo degli stabilimenti) dei pezzi da produrre nelle catene di montaggio (si arriva a Solaro e Forlì a produrre in 6 ore ciò che si produceva in 8 ore). Il referendum, dunque, è davvero a rischio. Fiom, Fim e Uilm stanno cercando, in queste ore, di blindarlo. In loro soccorso stanno intervenendo anche i presidenti di Regione, Luca Zaia per primo. «Spero che quest'intesa venga ratificata dalle assemblee, in quanto garantisce che non ci siano licenziamenti e, ciò che più conta, che saranno assicurati nuovi investimenti». Abbiamo ottenuto un risultato importantissimo, ma il nostro impegno non finisce qui: come Regioni continueremo a fare fronte comune per impedire la cessazione delle produzioni». Ma raccogliendo e rilanciando le diffidenze dell'ex manager Electrolux Maurizio Castro, che non vede stabilità nel futuro del gigante del freddo, l'on. Simonetta Rubinato del Pd avverte: «Non ci si può cullare sugli allori per non ritrovarci alla fine del 2017 nella medesima situazione critica. Perciò bisogna mettere in campo da subito le riforme strutturali necessarie a dare competitività al sistema Paese e una strategia di politica industriale per la filiera della domotica». Francesco Dal Mas