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di Silvia Quaranta wPADOVA Le lampade Ikea per bambini sono «a rischio strangolamento» e vanno ritirate dal mercato. A dichiararlo lo stesso colosso svedese, tramite un comunicato apparso ieri sul sito americano dell'azienda. Causa scatenante di questa drastica decisione, si legge sul sito, sarebbe stato il caso di un bambino inglese morto per strangolamento a soli 17 mesi, ucciso dal filo di una lampada "Smila". L'episodio, avvenuto in Inghilterra a fine 2013, ha messo in allarme le famiglie e spinto l'Ikea a correre ai ripari. Prima la campagna di prevenzione: davanti ai modelli incriminati (la stella blu, il fiore rosa, la mezzaluna gialla e il cuore rosso) è stato posto un cartello in cui si invitano i genitori a fare molta attenzione: «I cavi delle lampade» si legge «possono costituire un pericolo di strangolamento per i bambini. Ikea invita tutti i clienti che hanno fissato delle lampade Ikea Smila a verificare subito che la lampada stessa ed il cavo siano fuori dalla portata dei bambini». A seguire si invitano i clienti che hanno acquistato le lucine a recarsi al reparto Cambi & Resi, per ricevere un kit contenente le avvertenze, le istruzioni di sicurezza e gli accessori per fissare il cavo alla parete. A fianco un altro cartello, in cui si certifica la rigorosità dei test effettuati sugli accessori Ikea. Secondo le prime notizie diffuse dalle agenzie, il proprietario dell'azienda, Ingvar Kamprad, avrebbe disposto per l'effettivo ritiro dal mercato di quattro milioni di lampade, come si desume anche dal comunicato apparso sul sito statunitense. Sul sito di Ikea Italia, però, del ritiro non c'è traccia. E anzi, l'ufficio stampa milanese ha precisato in una nota che non si tratterebbe di ritiro di prodotti, «bensì di una campagna informativa per l'uso sicuro degli oggetti in questione. Esattamente come indicato dai cartelli esposti nei negozi italiani, tra cui quello di Padova, che ancora campeggiano davanti alle graziose lampade colorate. L'azienda svedese era già stata richiamata altre volte per merce pericolosa: solo alcuni mesi prima del caso della lampada ne era scoppiato un altro, a causa di un baldacchino, in cui il bimbo era stato salvato in extremis dai genitori. Ancora nel gennaio del 2011, inoltre, Ikea si era vista costretta a richiamare un certo modello di tazze di vetro, che avevano il difetto di rompersi tra le mani dei clienti. Il 2012, poi, era stato l'anno dei "seggioloni killer": i modelli Antilop, la cui cinturina rischiava di slacciarsi, avevano esposto i piccoli al rischio di rovinose cadute, mentre i Leopard, molto avvolgenti, rischiavano di farli soffocare. Nel 2013, infine, erano finiti sotto accusa i lettini Kritter e Sniglar: in entrambi c'era un pezzo di metallo che si poteva rompere, mettendo a repentaglio la sicurezza dei bimbi. Non meno pericolose le polpette alla carne di cavallo e le torte al cioccolato con colibatteri, ritirate in 14 paesi più recentemente. A fronte dei numerosi e ripetuti casi di prodotti potenzialmente pericolosi, Codacons ha chiesto un'indagine da parte del ministero dello Sviluppo Economico su tutti i prodotti in vendita presso i negozi Ikea presenti in Italia.