Tentano di rubare le offerte dalla Basilica di San Marco
In due tentano di rubare le offerte per i poveri dalla Basilica di San Marco, ma vengono sorpresi dal custode e scappano a gambe levate: i loro volti potrebbero essere stati registrati dalle telecamere di sorveglianza. Don Giuseppe Camilotto, arciprete della Basilica, non ci sta: «Ora è a rischio il rito della distribuzione dell'elemosina di lunedì prossimo. Rubare le offerte è un fatto odioso». Partiamo dai fatti. I ladri di offerte non mancano nelle piccole chiese dei comuni della terraferma, ma neppure San Marco ormai di salva. Il tentato furto risale a lunedì, verso le 15.30, quando i due uomini sono entrati nella chiesa e hanno cercato di rubare prima le offerte dalla cassetta davanti all'altare della Madonna, e poi dalla cassette per i poveri, che si trova nei pressi dell'ingresso. A rendersi conto di quanto stava accadendo è stato un custode, che li ha interrotti e li ha obbligati a darsi alla fuga, mentre a San Marco arrivavano i poliziotti delle volanti lagunari per raccogliere la testimonianza del custode. Da come si sono mossi si tratta di due persone che conoscono bene la Basilica, e che l'hanno frequentata. Secondo le informazioni a disposizione dei custodi è molto probabile che i due siano tra coloro che il lunedì mattina si mettono in cosa per ricevere l'elemosina proprio da don Camilotto: «L'altro giorno, per dire, si sono presentati in settanta, e ho distribuito 2 euro a testa, per un totale di 140 euro. C'è il sospetto che a tentare il furto siano stati proprio due persone che erano tra queste settanta, per questo sto valutando, lunedì prossimo, di non distribuire nulla a nessuno, per far capire che tutti devono sapersi comportare bene». Un provvedimento che, come spiega lui stesso, don Camilotto ha già preso in un paio di occasioni in passato, quando c'era stato qualcuno che aveva provato a fare il furbo mettendosi in tasca più del dovuto. «Prenderò una decisione nei prossimi giorni», aggiunge l'arciprete della Basilica, «ma devono capire che bisogna comportarsi con correttezza, e che devono essere garanti l'un l'altro di questa correttezza». Francesco Furlan