Secessionisti, nuove scarcerazioni

VENEZIA Il governatore del Veneto Luca Zaia chiede di fare chiarezza su eventuali irregolarità riguardanti i test universitari di accesso a Medicina, che hanno visto i migliori risultati da parte degli studenti di Padova. «Risultati che appaiono poco chiari, come denuncia l'Unione degli Universitari; sospetti di irregolarità a cominciare dal plico scomparso a Bari; liceali messi in croce per fare test d'accesso universitari in piena preparazione per la maturità; tanti meritevoli sicuramente tagliati fuori. Condivido e appoggio» dice Zaia «la protesta dell'Udu e della Rete degli studenti Medi, che mette in evidenza ciò che sostengo da tempo». Per il governatore «bisogna chiarire la regolarità di questi test perché 1800 segnalazioni sono un termometro molto preoccupante, e una volta fatta chiarezza bisognerà rivedere l'intero sistema di accesso all'Università in Italia». Secondo Zaia il sistema così com'è «penalizza le reali capacità, sottopone i ragazzi dei licei ad uno stress fuori tempo, non garantisce la parità di accesso allo studio che dovrebbe essere invece il fondamento di un sistema formativo di un paese civile». Zaia sottolinea che ci si trova di fronte «ad una vera e propria ingiustizia» e che «il test d'accesso va abolito, anche per evitare il crescente business dei cosiddetti tutor privati che indirizzano all'estero, a costi capaci di mettere in croce una famiglia, tanti giovani preoccupati dall'insicurezza del loro futuro di studi o tagliati fuori perché hanno sbagliato il colore del cavallo di Garibaldi. Non esiste che il futuro dei nostri medici debba iniziare con una lotteria». di Cristina Genesin wPADOVA È attesa tra oggi e domani la decisione del Tribunale del Riesame di Brescia sul destino giudiziario di altri quattro secessionisti finiti in carcere nel blitz del 2 aprile scorso. Non c'è dubbio: di sicuro le misure cautelari verranno alleggerite visto che il teorema della procura bresciana è stato letteralmente azzoppato, facendo cadere l'ipotesi dell'associazione eversiva con finalità di terrorismo (sono stati esclusi i gravi indizi di colpevolezza) e tenendo in piedi l'accusa di illegale fabbricazione e detenzione di un carro armato (il tanko sequestrato a Casale di Scodosia). L'esito sarebbe stato anticipato ai difensori nel corso dell'udienza di ieri mattina mentre un manipolo di sostenitori dei secessionisti manifestava in segno di solidarietà davanti al Palazzo di giustizia. I giudici, infatti, non avrebbero fatto mistero che l'attesa ordinanza sarà in linea con quella precedente depositata il 18 aprile che ha scarcerato sette indipendentisti, mentre cinque sono finiti ai domiciliari. Ieri, dunque, si è discussa l'istanza di scarcerazione presentata dalla trevigiana Maria Marini, 56enne di Montebelluna detenuta nel carcere veneziano della Giudecca, accusata di aver ospitato nella sua casa alcune riunioni dei secessionisti con la partecipazione del padovano Luigi Faccia, tra i protagonisti dell'assalto al campanile in piazza San Marco nel 1997, rinchiuso nel carcere di Vicenza in isolamento diurno e notturno. Discusse anche le posizioni di Patrizia Badii, 50 anni, già fondatrice di Life (Liberi imprenditori federalisti europei), detenuta nel capoluogo scaligero, del veronese Luca Vangelista, 50 anni, e del bresciano Angelo Zanardini, 65 anni, militante del movimento indipendentista Brescia Patria. Dietro le sbarre ancora chi, non riconoscendo lo Stato, si rifiuta di "piegarsi" per reclamare la libertà. Come "il prigioniero di guerra" (così si definisce) Luigi Faccia: tra oggi e domani i suoi difensori (gli avvocati Andrea Arman e Alessandro Zagonel) depositeranno un ricorso alla Croce Rossa internazionale con sede a Ginevra e alla delegazione veneta di Jesolo. «È convinto delle sue posizioni e non intende chiedere indulgenza allo Stato» spiega l'avvocato Arman, «Di fronte all'esito del Riesame, rimango basito del fatto che la magistratura non abbia disposto d'iniziativa la scarcerazione di tutti». Intanto il segretario della Lega Matteo Salvini è andato a Verona in visita a quattro indipendentisti, oltre a Badii e a Vangelista, Elisabetta Adami e Maria Luisa Violati. «Queste persone sono detenute solo per aver espresso le proprie idee...» ha ribadito, «Ed è ridicolo lo Stato che, con lo "svuotacarceri", fa uscire i delinquenti eppure mette in galera papà, mamme e lavoratori che hanno il torto di sognare l'indipendenza».