Lunedì il Veneto chiederà lo Statuto Speciale al Governo

VENEZIA Regioni in ordine sparso sul disegno governativo di riforma costituzionale, ma il Veneto va a Roma con un obiettivo preciso: alla Conferenza dei presidenti di Regione e dei presidenti delle assemblee legislative regionali, convocata a Montecitorio lunedì 14 aprile per un confronto diretto con il Governo sul nuovo Senato delle Autonomie e la riscrittura del titolo quinto della Costituzione, il Veneto si presenta con una risoluzione sintetica che rivendica «lo status di Regione a statuto speciale». Una richiesta netta, approvata la settimana scorsa (anche se con soli 29 voti), alla quale il Consiglio regionale ha agganciato anche la richiesta, sostenuta da un voto molto più condiviso, che nel futuro Senato non siedano senatori nominati direttamente dal Presidente della Repubblica. A portare a Roma la voce del Veneto, nell'aula Gruppi della Camera, saranno il presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato e i capigruppo degli undici gruppi consiliari, insieme al presidente della Regione Luca Zaia, se non preferirà farsi rappresentare dall'assessore Roberto Ciambetti. La composizione della delegazione veneta sarà nota oggi o, al più tardi, giovedì. «Siamo l'unica regione ad aver posto con forza l'esigenza di autonomia», sottolinea il presidente dell'assemblea veneta Ruffato, che è anche vicecoordinatore della Conferenza dei presidenti delle assemblee regionali. Quella veneta risulta essere, allo stato dei fatti, una delle 7 assemblee regionali (su 21, calcolando anche i consigli delle Province autonome di Trento e Bolzano) che ha preso posizione la settimana scorsa, nella seduta "costituzionale" promossa in tutte le regioni, sul superamento del bicameralismo perfetto e il ridisegno delle competenze tra Stato e Regione.