Diteci che cosa non funziona nei vostri istituti
Con un tweet il presidente del consiglio Matteo Renzi ha «battezzato» la sua prima uscita pubblica da premier, alla scuola Coletti di Treviso. «La scuola è il punto di ripartenza del Paese. Al Governo dobbiamo guardare lo spread e i mercati, ma poi i Paesi si salvano solo se le scuole funzionano», ha detto il presidente del Consiglio, che poi ha chiesto agli studenti che cosa vorrebbero. Tra le richieste: più lavagne elettroniche nelle classi, più connessioni a Internet e impegno sulla storia dell'arte. Nel solco di questo percorso abbiamo deciso di chiedere ai lettori della Nuova di Venezia e Mestre di contribuire a una migliore qualità delle scuole della città. Tutti i lettori, in primo luogo gli studenti, i loro genitori, e (perché no?) anche gli insegnanti e i presidi, possono mandare le loro segnalazioni su situazioni di scuole in difficoltà, danneggiate o bisognose di investimenti, inviando (indicando nome della scuola e il comune) foto e video all'indirizzo cronaca.mestre@nuovavenezia.it, con post sulla pagina facebook della Nuova Venezia e utilizzando su Twitter l'hashtag #matteovieniascuola. Diteci cosa non va nelle nostre scuole e vi aiuteremo a farlo sapere al premier, che ha messo la scuola anche al centro del suo discorso per la fiducia al Senato e alla Camera. Proprio ieri tra l'altro il premier ha reso noto il testo della lettera che ha scritto ai sindaci chiedendo loro di fargli sapere, entro il prossimo 15 marzo, quale scuola e perché avrebbe bisogno di essere rimessa a nuovo. «Vogliamo che il 2014 segni l'investimento più significativo mai fatto da un Governo centrale sull'edilizia scolastica. Stiamo lavorando per affrontare le assurde ricadute del patto di stabilità interno. Vi chiedo di scegliere all'interno del vostro Comune un edificio scolastico» scrive Renzi nella lettera «e di inviarci entro il 15 marzo una nota molto sintetica sullo stato dell'arte. Non vi chiediamo progetti esecutivi o dettagliati: ci occorre - per il momento - l'indicazione della scuola, il valore dell'intervento, le modalità di finanziamento che avete previsto, la tempistica di realizzazione. Noi cercheremo nei successivi quindici giorni di individuare le strade per semplificare le procedure di gara, che come sapete sono spesso causa di lunghe attese burocratiche, e per liberare fondi dal computo del patto di stabilità interna».