Mamme e papà allarmati per la diossina in giardino

Da dove proviene la diossina trovata nel giardino di Ca' Bembo confinante con la scuola elementare «Renier Michiel»? Da quanto si sapeva che il terreno era contaminato? La notizia della presenza della sostanza tossica nel giardino del palazzo universitario, resa nota ufficialmente da Ca' Foscari il 28 gennaio agli uffici della Regione predisposti, ha creato molta agitazione tra i genitori. Qualcuno ricorda infatti che dal 2011, per alcuni periodi, l'Università ha iniziato a vietare l'uso del giardino dando come motivazione quella di dover fare lavori. I genitori si domandano quando è sorto il sospetto della presenza di sostanze inquinanti o se si tratta di coincidenze. Preoccupato anche il preside che non è stato informato della diossina dall'Università, proprietaria del terreno in questione. Fino a quando il giardino non sarà analizzato nel dettaglio non si possono trarre conclusione sulla gravità dell'accaduto, ma resta il fatto che la diossina non è una supposizione. A metà dicembre scorso, il preside Salvatore Amato aveva inviato una mail (senza mai ricevere risposta) al rettore Carlo Carraro e al sindaco Giorgio Orsoni, esprimendo una forte preoccupazione. A novembre, nel corso di un incontro pubblico, il direttore generale di Ca' Foscari Alberto Scuttari aveva infatti comunicato la possibilità che il terreno fosse contaminato. «Ormai l'Università si comporta come un ente privato e non pubblico», ha detto la rappresentante d'Istituto della scuola Caterina De Rienzi, portavoce dei genitori delle 11 classi per un totale di circa 500 bimbi, «e ci sconvolge che nessuno abbia dato questa comunicazione al dirigente. I genitori che hanno i figli dalla terza alla quinta sono preoccupati perché i bambini sono sempre andati in giardino. Speriamo che il Comune si faccia sentire e ci tenga informati dato che dovrebbe essere garante del bene del cittadino». La «Direzione Progetto Venezia» della Regione ha fatto in modo che parta l'analisi del terreno, ma manca un ultimo passaggio: «I lavori», ha detto il dirigente Giovanni Artico, « potranno iniziare quando Ca' Foscari ci invierà altre tre copie del progetto di analisi, come abbiamo richiesto. Poi in base ai risultati si potranno fare delle ipotesi di provenienza». Quella più probabile è che la diossina provenga dall'ex inceneritore di Sacca Fisola: «Anche se può non sembrare, Venezia è un ambiente fortemente industrializzato», ha spiegato l'assessore Gianfranco Bettin, «e la diossina potrebbe essere là da molto tempo perché il giardino non è un terreno soggetto a discarica. Le diossine sono il prodotto di una combustione, ma poi si depositano nel suolo e bisogna mangiare la terra per essere contaminati, ma noi vigileremo sulle analisi e cercheremo che siano fatte al più presto». Vera Mantengoli