«Sulla topetta la Regione non c'entra»
VENEZIA Un assurdo burocratico. Una legge dello Stato sul diporto che non distingue tra le navi e le barche tipiche della laguna. Che impone il "marchio Ce" ( di compatibilità ai sensi delle norme europee) a tutte le imbarcazioni costruite dopo il 1998. E chi cambia la destinazione d'uso (da commerciale a diporto) deve dotarsi del marchio. Altrimenti rischia multe da 20 a 40 mila euro. In tutto questo l'Ufficio Ispettorato di porto della Regione ha solo funzioni di controllo. «Abbiamo ritenuto di avvisare i cittadini», spiega il dirigente Marco d'Elia, «facendo presente gli obblighi che derivano dalla legge nazionale». La Regione non ha emesso multe, ma messo sull'avviso i cittadini che si trovano in questa situazione che potrebbero incorrere nelle pesanti sanzioni da parte dei carabinieri. Che a loro volta interpretano una legge dello Stato. Ecco allora il caso di un proprietario di "topetta", una delle ultime costruite dallo storico cantiere Schiavon di San Pietro in Volta, che non usandola più per lavoro ma per la famiglia è stato richiesto di adeguarsi alla normativa. Un assurdo normativa che in qualche modo andrebbe modificato. Perché una topetta non è una "Nave galleggiante".(a.v.)