Premio a Riccarelli il grande assente Commozione in sala
di Manuela Pivato Confermando i pronostici e la forza dell'emozione, "L'amore graffia il mondo" (Mondadori) di Ugo Riccarelli vince la 51esima edizione del Premio Campiello. Con 102 preferenze il romanzo dello scrittore scomparso il 21 luglio scorso sbaraglia i rivali di cinquina e strappa la commozione della moglie Roberta che ritira il premio e dice: Ho sposato mio marito perché mi faceva ridere e mi portava il caffè a letto. Sono orgogliosa di essere qui per lui e per tutte le donne che Signorina rappresenta. Secondo classificato Fabio Stassi con "L'ultimo ballo di Charlot" (Sellerio) che ha ricevuto 83 voti, seguito da "La caduta" (Nutrimenti) di Giovanni Cocco (47 voti). Delude Beatrice Masini, che con "Tentativi di botanica" (Bompiani) si ferma a 36 voti mentre Valerio Magrelli chiude la cinquina con "Geologia del padre" (Einaudi) e 21 voti. Così ieri sera alla Fenice: sul palco, rottamato Bruno Vespa, Neri Marcorè e Geppi Cucciari in nero reduce dai bagordi della Mostra del cinema e quindi ben temprata a tutto, anche a strappare sorrisi alla platea solitamente di maniera del Campiello. Un'ora e mezza di cerimonia, trasmessa in diretta su Rai5 e Rainews24, preceduta dal cocktail del presidente della Banca Popolare di Vicenza Gianni Zonin all'hotel Bauer e da un red carpet dolorosamente parallelo a quello di Venezia70. La sottile arte della diplomazia, al lavoro fino all'ultimo per dividere equamente tra il Lido e Venezia gli invitati di peso, è riuscita a limitare lo scontento. Alla Fenice, tra i mille ospiti, il presidente della Regione Luca Zaia, quello della Provincia Francesca Zaccariotto, il sindaco Giorgio Orsoni che guarda l'orologio e non dispera di riuscire a fare poi un salto anche al Lido; il drappello degli industriali con il presidente di Confindustria Veneto e della Fondazione Il Campiello Roberto Zuccato, i vice di Confindustria Stefano Dolcetta e Gaetano Maccaferri, e ancora il presidente di Assicurazioni Generali Gabriele Galateri, Matteo Zoppas, Giuliana Benetton, Gaetano Marzotto, Barbara Valmarara, il sovrintendente della Fenice Cristiano Chiarot, il giurato Philippe Daverio, Andrea Riello, il Premio Campiello 2012 Carmine Abate, il vincitore 2011 Andrea Molesini, Luigino e Roberta Rossi in grigio perla che dopo dieci giorni di feste è ancora una rosa e Alberto Arbasino (Campiello alla carriera) che dice: Gli scrittori generalmente si dividono in brillanti promesse, soliti stronzi e venerati maestri. Mi sembra che oggi ci siano in giro soprattutto soliti stronzi. Compatta la truppa degli editori, chi a sostenere il proprio pupillo e chi a tastare il polso della situazione: Antonio e Olivia Sellerio, l'amministratore delegato del Gruppo Mondadori Ernesto Mauri, il presidente di Rcs libri Paolo Mieli, quello di Marsilio Cesare De Michelis che sentenzia: Il libro bene rifugio? Non esistono più beni rifugio. La crisi sta devastando tutto. In ordine sparso, la giuria dei letterati presieduta da Paolo Crepet che aveva scelto la cinquina dei finalisti per poi affidarla ai gusti della giuria dei 300 lettori, tra cui Ottavia Piccolo, Giorgia Meloni e Joele Dix. Poi tutte nelle Sale Apollinee per il cocktail molto rinforzato di Celeste Tonon il quale, oltre a deliziare le mille boccucce affamate, ha fatto uscire dalla cucine anche l'immensa torta del Premio.