GIRO D'ITALIA»DISTACCHI PESANTI AI RIVALI

di Maurizio Di Giangiacomo wINVIATO A POLSA DI BRENTONICO Adesso sì che il Giro è nella cassaforte di Vincenzo Nibali. La cronoscalata della Polsa di Brentonico doveva essere la grande chance – forse l'ultima – per i suoi avversari Cadel Evans e Rigoberto Uran, che invece sono usciti con le ossa rotte dalla prova contro il tempo trentina. Lo Squalo dello Stretto ha colto la vittoria di tappa che mancava a lui e all'Astana, rifilando ritardi da sveglia – altro che cronometro – alla malconcia concorrenza. Gli avversari non ci sono più e forse – come abbiamo scritto in tempi non sospetti – non ci sono mai stati. Tra il messinese e la conquista della 96esima edizione della corsa rosa resta solo un'incognita, che è quella dei tapponi di montagna di oggi e domani, compromessi dal maltempo (con neve già a 1.200 metri) e già ridisegnati dagli organizzatori, che hanno cercato fino all'ultimo di poterli disputare sul percorso originario ma poi si sono dovuti arrendere alle indicazioni del meteo. Il programma di oggi prevedeva, dopo la partenza da Ponte di Legno, i passi Gavia (Gran premio della montagna di prima categoria) e Stelvio (cima Coppi del Giro) e quindi l'arrivo in salita – sopra i 2.000 metri – della val Martello. Invece è scattato il piano B – poco dopo le 19 di ieri l'annuncio del direttore del Giro d'Italia, Mauro Vegni – che porterà la carovana rosa dapprima sul Tonale e quindi sull'inedito passo Castrin, per poi percorrere la val d'Ultimo, scendere a Lana, imboccare la val Venosta e infine la val Martello. E il rischio è che anche domani si debba rinunciare a pezzi di storia del Giro d'Italia come i passi Costalunga, San Pellegrino, Giau e Tre Croci. Il meteo è l'unica variabile per gli organizzatori, ma anche per la maglia rosa, che ieri ha inflitto colpi "mortali" ai suoi avversari, specie a quello più pericoloso, Cadel Evans, il più vicino in classifica generale e quello più atteso nella cronoscalata della Polsa, perché da sempre capace di dare del tu alle prove contro il tempo. Invece il passo dell'australiano è apparso subito più lento di quello del messinese. Avevamo scritto che tre minuti – il tempo intercorso tra la partenza di Evans, scattato per penultimo, e quella di Nibali – sarebbero stati troppi per immaginare un clamoroso sorpasso. Invece c'è mancato poco, perché il campione siciliano ha rifilato al leader della Bmc più di due minuti e mezzo. Nella vittoria di tappa ha sperato a lungo un altro fuoriclasse, l'ex campione olimpico Samuel Sanchez, ma anche lui alla fine ha pagato ben 58" al messinese. Ottimo il terzo posto di Damiano Caruso (Cannondale), a 1'20" dalla maglia rosa, quarto si è piazzato un buon Michele Scarponi (a 1'21"), che è riuscito a recuperare qualcosina a Rigoberto Uran e più di un minuto a Evans – vero sconfitto della crono di ieri – riproponendo la propria candidatura per uno dei gradini più bassi del podio, ora lontani poco più di un minuto. Da ieri sono in palio davvero solo quelli. @mauridigiangiac ©RIPRODUZIONE RISERVATA