IL GIRO D'ITALIA»IL CICLISMO RIMPIOMBA NEL SOLITO INCUBO
di Maurizio Di Giangiacomo wINVIATO A ERTO (Pordenone) Quella del Vajont non era una salita irresistibile. Infatti ha vinto un passistone lituano, Ramunas Navardauskas, e in classifica generale non s'è mossa foglia, eccezion fatta per le due posizioni recuperate dalla ex maglia rosa, Benat Intxausti. Con la Sky ancora alle prese con l'irrisolto dualismo tra Bradley Wiggins e Rigoberto Uran, la maglia rosa vera, quella di Vincenzo Nibali, non ha corso alcun pericolo. La sua Astana ha corso sempre nelle prime posizioni del gruppo anche con Paolo Tiralongo, evidentemente recuperato dopo i malanni dei giorni scorsi. E questa – per lo Squalo delle Stretto – è sicuramente una buona notizia. Ma la vera notizia di ieri, al termine di una tappa non propriamente entusiasmante, è una brutta notizia e cioè il primo caso di doping di questo 96esimo Giro d'Italia, quello di Sylvain Georges: il 29enne dell'Ag2r La Mondiale è risultato positivo all'heptaminolo, un vasodilatatore, a un controllo effettuato dopo la settima tappa, la Marina di San Salvo-Pescara del 10 maggio scorso. Il transalpino, che ieri mattina occupava l'81esima posizione in classifica generale a oltre un'ora da Nibali, è stato sospeso dall'Uci ed escluso dalla Corsa Rosa. I suoi tecnici hanno cercato di motivare la mancata partenza del loro corridore con un'indisposizione, ma la notizia della sua sospensione, in attesa delle eventuali controanalisi e del giudizio da parte della federazione francese, era già stata diffusa ufficialmente. D'accordo, Georges è un corridore di secondo piano, ma il problema rimane: il ciclismo non sarà malato come qualche anno fa, ma episodi come questo confermano che non è ancora guarito. La Tarvisio-Vajont, con una lunga discesa all'inizio, un Gran premio della montagna di seconda categoria a metà percorso e l'arrivo in salita morbido che abbiamo già descritto, dopo una "battaglia" tra gli uomini di classifica come quella del Montasio, "chiamava" la fuga. Dopo diversi tentativi, la fuga è partita, forte di ben venti corridori, ed è anche arrivata. Il gruppo ha lasciato fare, con l'Astana a controllare mantenendo il ritardo entro limiti accettabili. Al Gran premio della montagna di Sella Campigotto allungano Rodriguez, Pirazzi (a caccia di punti per la maglia azzurra, che ha mantenuto anche al termine della tappa di ieri) e Bonnafond. In discesa prende invece il largo il tedesco della Argos-Shimano Gretsch, che arriva anche ad accumulare un vantaggio di 1'20 sugli altri fuggitivi. Ci prova anche Di Luca – la tappa di ieri sembrava disegnata per lui – ma lo scatto buono è quello di Navardauskas (Garmin) e Daniel Oss (Bmc). I due passisti accumulano due minuti di vantaggio prima dell'inizio della salita finale ed a quel punto è chiaro che saranno loro a giocarsi la vittoria di tappa. Il lituano "prova la febbre" per ben due volte al trentino, il terzo allungo è quello decisivo: Navardauskas vince a braccia alzate. Dietro regge la tregua tra gli uomini di classifica, in attesa delle salite vere. @mauridigiangiac ©RIPRODUZIONE RISERVATA