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Alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice si è tenuta ieri, la presentazione del volume di Claudia Canella e Alberto Zanotelli "Sante Zanon (1899-1965) Catalogo del fondo musicale", nell'ambito dell' "Omaggio a Sante Zanon", organizzato in collaborazione con la Fondazione Ugo e Olga Levi. La lunga e appassionata vita di Sante Zanon, f nella sua fortissima vocazione musicale, risente in maniera determinante di alcuni aspetti ben precisi: l'origine trevigiana, in quella che era stata la ‘gioiosa marca', emerge prepotente nella attenzione costante, quasi maniacale nei confronti della musica popolare, indagata con un interesse etnomusicologico quanto mai significativo in quegli anni, nettamente in anticipo rispetto alla riscoperta di questa disciplina che avverrà in tempi ben più recenti. La formazione musicale primaria, che avviene sotto la guida dello zio arciprete di Chirignago, segna la vocazione alla musica sacra intesa nella sua sfera più intima e più preziosa, quella del canto gregoriano. Sante Zanon studia poi al conservatorio di Venezia, che garantisce solida preparazione per approdare alla difficile arte della composizione, spesso esercitata anche nella concertazione e nella direzione di gruppi corali. La frequentazione con le avanguardie musicali futuriste contribuisce a spingere il musicista sulla strada della composizione, ma sarà forse il più umile incarico di maestro di coro nell'immediato primo dopoguerra a spingerlo verso quella che diventerà la sua attività principale, vera e propria guida carismatica delle masse corali prima al Teatro Comunale di Treviso e, dopo il secondo conflitto mondiale, al Teatro La Fenice. Un influsso determinante viene dalla frequentazione con Gianfrancesco Malipiero, il cui evidente interesse per la storia della musica veneziana emerge prepotente anche nel corso tenuto al Benedetto Marcello negli anni Trenta, quando un manipolo di studenti raccoglie direttamente dalle parole del grande compositore anche il verbo della musicologia: Giulio Bertola, Bruno Maderna, Ettore Gracis, Gino Gorini, Nino Sanzogno, Raffaele Cumar e - più tardi, a Parigi – Virginio Fagotto, imparano a conoscere i più grandi compositori della grande tradizione veneziana e a riprenderne e mutuarne spesso idee, temi, echi e reminiscenze nei propri splendidi lavori. E sarà proprio a Venezia che Zanon potrà entrare in contatto con la più alta didattica, assumendo la cattedra di Musica corale e direzione di coro, unendo così inscindibilmente l'aspetto didattico al Conservatorio a quello concertistico della Fenice, con memorabili esecuzioni e collaborazioni: tra tutte, la prima assoluta del Canticum Sacrum ad Honorem Sancti Marci Nominis in Basilica di San Marco sotto la direzione di Igor Stravinskij. Più di 300 le composizioni di Sante Zanon, molte delle quali confermano la solida formazione religiosa del musicista, orientata alla componente francescana: veri e propri affreschi corali sono testimoniati oltre che dal materiale conservatosi anche dalle numerose testimonianze raccolte da amici, colleghi e dai suoi innumerevoli estimatori. Ma il musicista agisce spesso anche nell'ambito del teatro drammatico, proponendo numerosi lavori sempre attenti ad una sorta di severità, di attenzione costante alla componente etica: la grande opera Cangrande della Scala e la Matrona di Efeso si uniscono quindi idealmente alla Santa Caterina da Siena, alla cui esecuzione partecipa la indimenticabile Ginevra Vivante, poi messa al bando dalle leggi razziali. E ancora sinfonie, musica da camera, fughe si uniscono a brani vocali di ogni genere, contribuendo alla formazione di un catalogo compositivo che finalmente oggi viene riassunto e vede la luce e che restituisce finalmente a Sante Zanon quella posizione di primo piano che gli compete nella storia della musica veneziana del Novecento. Cristiano Chiarot sovrintendente La Fenice