Patto di stabilità Zaia sollecita il governo Monti

Dal nuovo ospedale di Padova al nuovo liceo Giorgione di Castelfranco. Dalla pavimentazione del centro storico di Belluno. Sono decine e decine le opere ferme a causa del blocco dei pagamenti imposto alla pubblica amministrazione per rispettare il patto. «Ma più banalmente ci sono decine e decine di fornitori che aspettano di essere pagati: dalle imprese che forniscono i pasti alle mense pubbliche al personale addetto alle pulizie – aggiunge Luca Zaia – una situazione del tutto assurda, che non fa onore all'Italia che ha applicato questa regola, unica nel suo genere, in maniera lineare per consentire il ripiano del debiti del Sud d'Italia. Perché questa è verità: una equa ripartizione del malessere, sia tra coloro che hanno gestito bene i conti sia tra coloro che hanno indebitato gli enti locali». di Daniele Ferrazza wVENEZIA Monti approvi una «cosa giusta» prima di lasciare il posto al nuovo governo. Il presidente della giunta regionale, Luca Zaia, rivolge così un appello urgente all'esecutivo perché sblocchi settanta miliardi di investimenti consentendo agli enti locali di spenderli al di fuori del patto di stabilità. «Siamo ai calci di rigore. Monti non ha più scuse, colga l'apertura della Ue per allentare il patto di stabilità. Qui stiamo facendo fallire le imprese per troppi crediti: un'assurdità» commenta il governatore, che dichiara di essere «dalla parte dei sindaci», che domani saranno a Roma per l'ennesima manifestazione. Secondo il governatore la situazione è di assoluta emergenza: non solo per l'ondata di suicidi, ma soprattutto per la crisi industriale che, liberando le risorse ferme a causa del patto di stabilità, potrebbe trovare una boccata d'ossigeno. «Il Veneto mai come oggi ha bisogno di fare squadra e noi su questa partita vogliamo farla» aggiunge Zaia, che anticipa di aver preparato una lettera ai parlamentari di tutti i partiti «perché conoscano la situazione del Veneto e ci aiutino a Roma a risolvere le principali questioni». Ma Zaia avverte: se dal governo Monti non uscirà un provvedimento sblocca-cantieri nei prossimi giorni «siamo pronti ad uscire tutti dal patto di stabilità». Un'autentica rivolta che chiama in causa non solo il Veneto, la Lombardia e il Piemonte, regioni a guida leghista. Ma anche Liguria ed Emilia: «Colgo l'apertura di Renzo Tondo sulla macroregione e intendo avviare dei ragionamenti anche con l'Emilia di Errani e la Liguria di Burlando. Qui non è una questione di destra o sinistra, ma di rappresentare il territorio. E che il futuro sia di un'Europa delle regioni è fuori di dubbio». Per niente preoccupato per il cambio della guardia in Carinzia (dove hanno vinto i socialdemocratici), Zaia conferma l'idea della Euro-regione: «Il discorso è istituzionale, non di parte. E quindi noi lavoreremo con chi rappresenta le istituzioni. Della Euroregione presto faranno parte Istria e Slovenia, l'idea è quella giusta». Secondo Zaia l'idea di macroregione del Nord (Veneto, Lomabardia, Piemonte) non si scontra con l'Euroregione di cui lui è presidente (ne fanno parte Friuli e Carinzia). «No, si tratta di sviluppare sempre di più politiche regionali: sui grandi assi viari, sulle grandi infrastrutture bisogna guardare oltre ai confini nazionali». Scettico sul via libera che potrebbe venire dal governo uscente in tema di patto di stabilità è Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre: «É necessario un provvedimento d'urgenza che l'esecutivo attuale non può realizzare, in quanto è in carica solo per gli affari correnti. Per il bene delle imprese, e quindi per l'economia di tutto il Paese, si formi subito un Governo che consenta, tra le altre cose, il pagamento degli oltre 70 miliardi di euro di crediti che le aziende italiane vantano nei confronti della pubblica amministrazione». Bortolussi accusa anche i precedenti governi di non essersi adoperati abbastanza per sbloccare i cantieri: «Perchè la Commissione europea ha consentito all'Italia di pagare gli arretrati della pa solo adesso? Non è che chi in passato aveva il compito di pressare l'Unione Europea non l'ha fatto con la dovuta determinazione - si chiede -, visto che la Spagna nel 2012 ha ricevuto il via libera per pagare ben 27 miliardi alle proprie aziende?».