Non solo "Fragile?" Quando il vetro diventa opera d'arte

"Fragile?" è la nuova mostra sul vetro che aprirà al pubblico all'isola di San Giorgio il prossimo 8 aprile. La mostra, curata da Mario Codognato, presenta circa 30 opere di artisti internazionali, tra i più interessanti del nostro tempo che hanno utilizzato anche il vetro come medium della loro poetica - da Marcel Duchamp e Joseph Beuys, fino ad Ai Weiwei, Damien Hirst, Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis solo per citarne alcuni - e rientra nel progetto Le Stanze del Vetro, iniziativa congiunta di Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung, nata con l'obiettivo di valorizzare l'arte vetraria del Novecento e mostrare le innumerevoli potenzialità e declinazioni di questa materia. L'esposizione resterà aperta fino al 28 luglio 2013. Dopo il successo della mostra Carlo Scarpa. Venini 1932–1947 a cura di Marino Barovier, prorogata fino al 6 gennaio scorso e che ha totalizzato oltre 46 mila visitatori, il progetto Le Stanze del Vetro prosegue nel 2013 con due nuovi importanti appuntamenti espositivi: il primo sarà "Fragile?" mentre una mostra monografica a cura di Marino Barovier dedicata alle creazioni del celebre artista Napoleone Martinuzzi per la vetreria Venini tra il 1925 e il 1932. Nel particolare contesto della produzione vetraria veneziana e della tradizione artigianale che la caratterizza, la mostra "Fragile?" prende in considerazione un altro aspetto, altrettanto rilevante, dell'utilizzo del vetro nelle arti visive del secolo scorso e di quello appena iniziato: l'impiego del vetro come oggetto trovato, come materiale dalle particolari qualità metaforiche e linguistiche. Anziché la precisione o l'originalità del disegno del manufatto, entrano in gioco il potenziale simbolico della trasparenza, della fragilità e della resistenza , dell'imprecisione e della levigatezza, nella costruzione di una situazione che attinge volontariamente dall'esperienza della realtà quotidiana. «Nel ventesimo secolo con le sperimentazioni delle avanguardie storiche, le arti visive cessano di essere solamente una mimesi della realtà attraverso la pittura e la scultura - spiega il curatore Mario Codognato - tramite l'utilizzo diretto di oggetti e materiali estrapolati direttamente dalla realtà e dalla produzione industriale, costruiscono e concettualizzano una nuova dimensione metaforica e al contempo tautologicamente concreta. Il vetro, grazie anche al suo impiego sempre più preponderante in architettura, con il suo duplice ruolo di elemento trasparente e di barriera, viene a costituire un nuovo strumento linguistico nella costruzione di immagini ». La mostra "Fragile?" mette insieme le opere di alcuni tra i più interessanti artisti del nostro tempo, che hanno utilizzato il vetro con intenti e risultati tra i più diversi e contrastanti: dal provocatorio gesto di Marcel Duchamp di rinchiudere in un'ampolla trasparente l'aria di Parigi alla tragica liricità dei frammenti di vetro dell'opera di Joseph Beuys dedicata alla ferocia del terremoto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA