Park Benetazzo, accolto il ricorso Ma Save chiede cinque milioni

di Giorgio Cecchetti Guerrino Benetazzo e la famiglia l'hanno spuntata per la seconda volta. Il Tribunale del riesame di Venezia, infatti, ha accolto nei giorni scorsi il ricorso presentato dal suo legale, l'avvocato Giorgio Bortolotto, e ha dissequestrato il parcheggio di Tessera, da tutti conosciuto come «Pes.co» (niente a che vedere con il gestore dell'omonimo locale), che stando al pubblico ministero Giorgio Gava era stato realizzato violando la norme urbanistica sulla destinazione d'uso, cambiandolo senza autorizzazione. Su quel terreno, secondo l'accusa, avrebbero dovuto starci le serre per la coltivazione dei fiori come una volta, mentre Benetazzo avrebbe creato un parcheggio che può ospitare 800 automobili e addirittura una piazzola per il bus che lo collega all'aeroporto Marco Polo. Nel frattempo, la Save, la società che gestisce lo scalo aereo, guidata da Enrico Marchi, ha chiesto 5 milioni di euro a Benetazzo per i danni che avrebbe subìto dalla concorrenza illecita causata dal nuovo parcheggio Pes.co, dove si paga la metà di quello che i viaggiatori sborsano per lasciare le loro auto nelle aree gestite dalla Save. Già in un'altra occasione, tre anni fa, il parcheggio considerato abusivo era stato sequestrato e non solo il Tribunale lo aveva restituito al proprietario, ma il giudice aveva dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Benetazzo a causa del fatto che era stata chiesta e accolta la domanda di sanatoria. Per conoscere le motivazioni del Riesame sarà necessario attendere alcuni giorni in modo che il giudice relatore le depositi, ma è evidente che il Tribunale ha accolto le tesi dell'avvocato Bortolotto, il quale si è battuto per dimostrare che non c'è alcuna differenza nel gestire un'area per parcheggiare le automobili di chi frequenta il ristorante Pes.co o la vicina piscina o quelle di chi le lascia per poi dirigersi al Marco Polo per salire su un aereo. Sempre di parcheggio si tratta e per il primo l'amministrazione comunale aveva concesso il via libera, dunque non c'è stata alcuna violazione urbanistica. Inoltre, il difensore avrebbe fatto notare la presenza di un conflitto d'interesse notevole, visto che il Comune da una parte è azionista della Save, che gestisce i parcheggi concorrenti, e dall'altra è colui che si muove avviando l'accertamento nei confronti di Benetazzo, in modo da far chiudere la sua attività (tre anni fa erano stati i vigili urbani a inviare un rapporto all'autorità giudiziaria). Infine, il legale ha puntato sul fatto che non c'è stato alcun impatto ambientale nella trasformazione di alcune serre, visto che l'area è circondata da numerosi parcheggi gestiti da altre società. Un tempo, comunque, l'intera zona era dedicata al florivivaismo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA