Il Vajont: «Decimati da una scelta folle»
LONGARONE È un Renzi particolarmente ispirato quello che scende dal camper a Longarone. Parcheggiato in piazza, fronte diga, il sindaco di Firenze prende subito le misure con la realtà bellunese: da Mauro Corona al sindaco di Erto Luciano Pezzin, arrivano in molti: Roger De Menech, amico di vecchia data, Tatiana Pais Becher, Lino Paolo Fedon, Giovanni De Lorenzi, Roberto Molin Pradel, oltre al padrone di casa Roberto Padrin con il quale si avverte un certo feeling. A tutti i colleghi il toscano chiede: «Quanti abitanti fai?». «Questo è un luogo di grande valore simbolico ed emotivo», dice Renzi spiegando la sua scelta. «Ci inginocchiamo di fronte a una comunità che ha subito il danno più grave: la decimazione a causa di una decisione folle. Firenze vive ancora sulla propria pelle l'alluvione del '66, ma qui avete avuto quasi duemila vittime e capisco i sentimenti di rabbia e rivolta. Prendo l'impegno perché la politica abbia maggiore attenzione verso il territorio. Basta con la politica delle emergenze, dei pianti il giorno dopo. Nel 2011 abbiamo vissuto 70 frane con 18 morti, numeri inaccettabili. Bisogna affrontare i problemi, prevenire, proteggere le aree a rischio». Renzi vuole una legge quadro sulla Protezione civile, strumenti adeguati in mano ai sindaci, stop alle nuove edificazioni fino a quando non saranno recuperate le vecchie vuote. «La politica deve saper riconoscere il bello e avere lo sguardo lungo. Voi da qui date un messaggio di speranza al Paese: la politica può avere un orizzonte, non pensate che la politica sia quella di Roma dove si occupano poltrone e si sprecano occasioni». Per Renzi la tappa a Longarone è: «Il tentativo di capire se chi fa politica riesce ad occuparsi dei problemi reali delle persone. Noi vogliamo farlo e così si può vincere». Il bellunese però è terra inquieta, si vede dai referendum, dalla voglia di autonomia: «È naturale per chi ha certi vicini, ma la risposta non è fuggire, non è il Risiko dei Comuni. La scommessa federalista è fallita e allora la risposta anche per voi è dare un nuovo ordinamento allo Stato». Dopo il breve discorso in centro, Renzi ha voluto visitare il cimitero delle vittime del Vajont, a Fortogna dove ha scritto il suo impegno. (i.a.)