Zoff: «Tranquilli, noi l'ultimo test lo sbagliamo spesso»

A volte pessime amichevoli possono annunciare un torneo vincente, o almeno più che onorevole. Il precedente più evocativo è quello del 1982, l'anno della vittoria del Mondiale di Spagna, quando l'Italia di Bearzot perde 0-2 con la Francia, 0-1 in Germania Est e ottiene un modesto 1-1 nella rifinitura finale in Svizzera. Diversa la fase che precede Italia 90, a cui gli azzurri (che finiranno terzi) arrivano quasi senza sconfitte, mentre non è affatto convincente la marcia della squadra di Sacchi verso Usa 1994, con lo 0-1 di Napoli contro la Francia, seguito dalla sconfitta di Stoccarda con la Germania per 2-1, prove che la successiva vittoria con la Finlandia e la Svizzera non cancellano. Agli Europei 2000 la Nazionale si presenta dopo tre sconfitte con Danimarca, Belgio e Spagna e un pareggio con la Bielorussia: arriverà in finale, ma perderà con la Francia. Male anche la fase che precede i Mondiali in Germania: la squadra di Lippi incassa un deludente 1-1 con la Svizzera e uno 0-0 con l'Ucraina, ma l'Italia sarà campione del mondo. di Pietro Oleotto Il gioco delle tre carte. Tre, come i gol incassati a sorpresa – modello matrioska – dalla Russia: si chiamano esperienza, cabala e tattica. Dino Zoff apre il "banchetto" per i tifosi della Nazionale, non fa il mago-prestigiatore ma mostra la faccia delle carte da giocare e allunga una pacca sulla spalla del ct Cesare Prandelli. Lo fa anche grazie alla sua esperienza di capitano dell'epoca Bearzot, quando la vigilia del mondiale 1982 era tempestato di polemiche e di risultati non entusiasmanti. E anche da ex ct: nel 2000, prima degli Europei persi in finale, l'Italia aveva perso tre partite fra le ultime quattro prima del via. «Non sono preoccupato – dice Zoff – per almeno tre motivi: so che prima di una competizione di questo livello l'Italia deve fare i conti con mille pressioni e che per tradizione noi l'ultimo test lo sbagliamo quasi sempre. Eppoi c'è anche l'aspetto tecnico: Cesare ha la possibilità anche di cambiare qualcosa per l'esordio ufficiale contro la Spagna». Ecco Zoff, partiamo proprio dai possibili aggiustamenti che il ct potrebbe mettere in atto sul rettilineo che ci porta a Euro 2012: è troppo tardi? «Non credo, anche perché le convocazioni sono state fatte proprio seguendo una logica e quindi è chiaro che Prandelli aveva già in mente una squadra capace di cambiare volto. Mi spiego meglio: per esperienza so che non si cambia idea negli ultimi dieci giorni prima di un Europeo, ma si possono pescare delle soluzioni che magari erano state messe in secondo piano nei mesi precedenti». Da questo punto di vista, allora, Prandelli adesso paga i famosi stage saltati durante la parte finale del campionato e l'annullamento dell'amichevole col Lussemburgo. «Non so quali erano le sue necessità, se gli stage gli servivano per scegliere i giocatori o impostare un determinato lavoro tattico. Ed è inutile ritornarci su adesso: la Nazionale dovrà attingere all'esperienza accumulata nel girone di qualificazione per presentarsi con delle certezze all'appuntamento con la Spagna». Bisognerà pescare anche tra le risposte che ci ha fornito l'ultima stagione? Si può immaginare un'Italia con la difesa a tre? «Credo proprio di sì. Non l'ho praticamente mai vista utilizzata dagli azzurri, ma la Juventus ha vinto un campionato così e anche il Napoli l'ha proposta. Insomma, anche se la linea dei difensori è sempre stata a quattro, adesso Prandelli può contare su tutta la retroguardia della Juventus, portiere compreso, oltre che sull'esterno destro del Napoli». Come dire: è praticamente cosa fatta. Zoff la utilizzerebbe per cambiare rotta? «Non posso dire questo. Bisogna allenare una squadra, confrontarsi in campo con i giocatori e capire i veri punti di forza del gruppo per prendere una decisione del genere. In poche parole, sono cose da chiedere a Prandelli, non a un ex ct». Allora cambiamo fronte, passiamo dalla difesa all'attacco: Balotelli e Cassano piacciono come coppia-gol? «Hanno forza fisica e tecnica, mi sembrano bene assortiti, ma non bastano le caratteristiche per stabilire se si tratta di una vera coppia-gol: bisogna segnare e noi, per esempio, nell'amichevole con la Russia siamo mancati proprio sotto il profilo della precisione, in particolare nella prima parte della gara». In soldoni: "Balo" e "Fantantonio" non sembrano possedere l'istinto killer che serve in competizioni che propongono partite a raffica come gli Europei. «Contro la Russia hanno dimostrato proprio questa mancanza e se devo preoccuparmi da tifoso lo faccio solo per questo. Una rete nelle prime fasi di un incontro spesso incide anche sui valori in campo, in special modo a livello di nazionali, dove le giocate dei singoli hanno un peso maggiore sul risultato finale». Tra gli appunti dei Prandelli, dunque, ci sono una riflessione tattica sulla difesa e un po' di apprensione sulla concretezza dell'attacco. «Penso di sì. Se non ci facciamo distrarre dal risultato, quello con la Russia è stato un test che non ha detto altro, anche perché per tradizione queste "prove" non ci riescono bene». Zoff, non dica adesso che un 3-0 può diventare perfino positivo con la Spagna campione all'orizzonte. «Invece è proprio così. Servirà per spronare il gruppo, per tenerlo sulla corda. Così rendiamo al massimo. Mi ricordo prima del "mio" Europeo: perdemmo addirittura contro la Norvegia per 1-0, ma la settimana dell'esordio fu la più produttiva dell'intera preparazione. E quel campionato non andò malissimo». Sarebbe stato un trionfo senza quel un "Trezegol" in finale. Ma questa è un'altra storia. ©RIPRODUZIONE RISERVATA