«Celebro il Sud, la Grande Madre»

di Alessandra Lionello wPADOVA A un mese esatto dall'uscita del suo ultimo album, Pino Daniele porta al Geox di Padova il tour omonimo, "La Grande Madre", un colossale live che comprende la storia della musica di Pino Daniele e i suoi pezzi più recenti. Il nuovo album, uscito il 20 marzo scorso, si compone di 11i brani inediti e di un'autentica chicca, già cliccatissima sul web: la cover di uno dei pezzi più noti di Eric Clapton, "Wonderful Tonight", con il testo in italiano tradotto dallo stesso Daniele. Di altissimo livello le collaborazioni, che contano musicisti del calibro di Steve Gadd (batteria), Chris Stainton (piano e hammond), Mel Collins (saxofono), Omar Hakim (batteria), Rachel Z (piano), Willie Weeks (basso), Gianluca Podio (tastiere e archi), Solomon Dorsey (basso) e Mino Cinelu (percussioni). Il live ha in più l'elemento dello spettacolo, che i fans di Pino Daniele, che privilegia l'atmosfera e si basa sull'originalissima contaminazione di suoni mediterranei e blues saldamente innestati su radici napoletane, amano da sempre. Dall'album del suo esordio sono passati 35 anni. Era il 1977 e Pino Daniele, napoletano classe 1955, presenta "Terra mia", che si apre con "Napule è", che diventa presto un mito. Oggi l'idea della terra ritorna nel titolo dell'album e del tour "Grande Madre", che a giugno arriverà anche a New York, Boston e Washington. «La Grande Madre», scrive Pino Daniele nelle note all'album, «è il cordone ombelicale che ci lega ai 4 elementi del pianeta, il rinnovarsi attraverso la terra, camminare a piedi nudi per sentirne l'energia». Qual è oggi il significato di questo nuovo richiamo alla terra? «E' un modo per recuperare i passi della mia carriera artistica e di raccontarne la storia. Questo album parla di me e del mio modo di fare musica. Non dice delle cose tanto diverse, piuttosto le raccoglie e ne fa una proposta. Chi mi conosce mi ritroverà. Ritengo che questo progetto sia un po' anomalo rispetto alle proposte musicali attualmente sulla piazza». In cosa consiste questa "anomalia"? «Nel dire cose semplici e lasciare che la musica sopra tutto sia protagonista. Non si tratta di disimpegno, tutt'altro. Ma di un richiamo all'essenziale, alle cose semplici, naturali e immediate. Alla terra, appunto, e agli elementi vitali del pianeta. Il mio è una specie di viaggio verso la Grande Madre, che per me è l'Africa ma non solo: è tutto il sud. Il sud di ciascuno, ovvero le radici di tutti noi, da cui occorre ripartire per incamminarsi verso un futuro che sia migliore di questo presente». Il Veneto è tra le prime tappe di questo tour. Sente la responsabilità di esprimersi in una terra in cui i costi umani dell'attuale crisi sono così elevati? «Certamente. Stiamo assistendo a momenti terribili. Le notizie sui suicidi di chi non riesce a intravvedere una via d'uscita lasciano sgomenti. Ma occorre combattere e trovare delle strategie di resistenza. Sennò che si fa, si va via? Si torna alla terra? Metaforicamente sì, occorre recuperare le energie primordiali. Solo così possiamo dare il meglio di noi, specie nei momenti peggiori. Come artista sento il dovere di continuare a fare proposte musicali di alta qualità. Combattere significa tenere alto il livello, costi quel che costi…». Questo album vede il suo esordio anche come produttore indipendente, perché ne ha sentito l'esigenza? «E' stato un passo importante, che mi permette di esprimere completamente quello che sento, anche se comporta dei rischi. Non essendo manager, abbiamo parecchi pensieri». Nell'album c'è una cover strepitosa, come è nata l'idea? «Dietro le quinte di un concerto. Io e Clapton ci siamo esibiti insieme e da lì è nata l'idea di riarrangiarla e tradurla». Info: www.granteatrogeox.com. Infoline 049.8644888