Teatro, si dimette il direttivo
b MIRANO./b bBufera sul Teatro di Mirano, si dimette tutto il Consiglio di amministrazione della società. Con la lettera protocollata ieri, lasciano in pratica tutti i vertici della Miranoteatro Srl, la società interamente partecipata dal Comune, con la presidente Caterina Piarotto e i due consiglieri Maurizio Lucchetti e Sabina Sacchi. La ragione ha molto di politico.BR /b Recentemente sul teatro si sono concentrate le mire di un buon settore del Consiglio comunale: dal centrosinistra, ma non solo, hanno più volte incalzato la maggioranza nel chiedere di visionare i conti del teatro. Ancor più decisa in questo senso è stata l'azione della commissione bilancio, che sulla carta è in mano alla maggioranza, con tre membri del centrodestra contro due del Pd. Tra i primi però c'è il presidente Claudio Trevisan, una delle voci critiche della maggioranza, che nelle ultime sedute ha ripetutamente chiesto un'audizione del Cda in commissione, per vedere i bilanci relativi alla gestione del polo culturale. Ai vertici della Miranoteatro la cosa non è andata giù. «Alla nostra decisione non è estranea l'incomprensibile ingerenza da parte di strutture esclusivamente politiche nell'operato di un consiglio di amministrazione nominato dall'assemblea sovrana - scrivono Piarotto, Lucchetti e Sacchi nella lettera di dimissioni indirizzata al sindaco - il clima di sfiducia e la sensazione che sul nostro operato si esercitino strumentalizzazioni politiche ci hanno condotto al passo odierno». Una decisione in gestazione da tempo, ma comunicata al sindaco solamente all'inizio di quest'anno: «Perché ci eravamo prefissi - spiegano i consiglieri - di arrivare a obiettivi imprescindibili come l'avvio della stagione teatrale e il perfezionamento dell'operazione di mutuo per la restituzione del finanziamento soci avvenuto il 27 dicembre». Il sindaco Roberto Cappelletto sta con i dimissionari: «C'è un clima di inquisizione che non aiuta - afferma - i bilanci del teatro erano già in mano ai revisori dei conti e non c'era necessità di mettere il Cda sotto interrogatorio».BR P align=rightfont size=1© RIPRODUZIONE RISERVATA/font/P
Filippo De Gaspari