Sì al legittimo impedimento
ROMA. Cartelli, urla, contestazioni: il testo sul legittimo impedimento, che permetterà a Silvio Berlusconi e ai ministri imputati di evitare le udienze penali per 18 mesi, ottiene il via libera della Camera tra le protesete dell'opposizione.
Il provvedimento, che ora passa all'esame del Senato, è stato approvato con 316 voti a favore (Pdl, Lega, Noi Sud, Mpa e Partito repubblicano), 239 voti contrari (Pd, Idv e Alleanza per l'Italia) e 40 astenuti (Udc, Svp e Liberaldemocratici). La maggioranza, presente al gran completo, ha resistito all'unico voto segreto chiesto dall'opposizione con 14 voti di scarto (271 sì, 285 no). La differenza, questa volta, l'hanno fatta i ministri che si sono presentati in massa e hanno «bilanciato» il voto dei franchi tiratori.
Il via libera di Montecitorio è giunto al termine di una giornata scandita dalle continue votazioni e culminata con la protesta dei deputati dipietristi che, dopo il voto finale, hanno agitato in aula decine di cartelli con scritto «la casta esulta e l'Italia affonda» e «legittimo impedimento uguale legittima impunità». Gli interventi di Di Pietro, Bersani e D'Alema (che ha dato vita ad un duro botta e risposta con Fabrizio Cicchitto) sono stati quelli che hanno ottenuto il maggior numero di applausi (dalle opposizioni) e di critiche (dalla maggioranza). Il leader dell'Italia dei Valori ha definito Berlusconi il «peggior presidente del consiglio della storia repubblicana» e lo ha accusato di sfruttare i suoi giornali e le sue tv per «alzare un polverone di fango su mani Pulite» e far «digerire» al paese il ripristino dell'immunità parlamentare. «Solo in un paese barbaro e dittatoriale si può immaginare che un presidente del consiglio si faccia una legge per non farsi processare. Ma noi» ha attaccato di Pietro «non ci arrendiamo ai ricatti». A quel punto, dai banchi della maggioranza si è levato un forte brusio e in molti hanno gridato «Contrada, Contrada» e ancora «Golpista, pensa a Borsellino».
Ma a dare forza all'opposizione è stato l'applauditissmo intervento di Bersani. «Legittimo impedimento, Lodo Alfano, processo breve, tutte cose complicate ma la gente ha capito cosa c'è dietro tutto questo: Berlusconi non vuol farsi giudicare e per evitare il processo intacca i pilastri del nostro sistema isitituzionale e blocca l'Italia» attacca il sgretario del Pd, che chiede al premier un «atto di responsabilità» e di mettere da parte «per il bene del paese» i suoi problemi con la giustizia. «Volete darcela, dopo 20 mesi che ve la chiediamo, l'occasione di fare una discussione in diretta tv sui problemi reali degli italiani?». Tutti i deputati delle opposizioni si alzano in piedi e lo applaudono per alcuni minuti. Ieri, alla Camera, è nato un nuovo leader? «Davvero un ottimo discorso. Una linea chiara che rappresenta e tiene unito tutto il partito» ammette Dario Franceschini.