L'hotel rischia il reato di lesioni volontarie

L'albergoGraspo de ua continua a restare aperto nonostante l'ordinanza di chiusura dell'Asl 12. Anche ieri, infatti, il piccolo hotel a tre stelle dietro campo San Bartolomeo ha accolto i suoi clienti come se nulla fosse, ovvero come se non fossero state trovate cimici in una camera e, per questo, non fosse stato deciso che l'edifico deve restare chiuso un mese per la disinfestazione. A questo punto il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Asl, Sergio Lafisca, ha poco da aggiungere: «Ciascuno si prenda le sue responsabilità e anche il Comune ha le sue, visto che ha il compito di far rispettare le ordinanze». Ordinanza che avrebbe dovuto comportare la chiusura sabato alle 15 e che, invece, fino a ieri pomeriggio era stata ignorata.
Forse il fine settimana, con l'albergo pieno, ha reso di fatto impossibile l'allontanamento degli ospiti con tante scuse e la loro sistemazione in un altro hotel. Quindi è possibile che oggi il titolare dell'albergo decida di scendere a più miti consigli e di rispettare l'ordinanza dell'Asl 12 che aveva decretato la sospensione dell'attività per un mese in modo da permettere una disinfestazione completa e capillare dell'edificio.
«Oggi dirameremo una nota tecnica nella quale spieghiamo che cos'è la cimex lectolarius e perchè non è possibile immaginare di risolvere il problema in una settimana e con la chiusura di una sola stanza - continua Lafisca - In realtà, le morsicature di questo insetto sono significative e possono anche trasmettere malattie. Per questo un albergo che sa di avere le cimici e continua a ospitare clienti, nel caso in cui questi clienti venissero morsicati - ed è sicuro al cento per cento - il reato commesso sarebbe quello di lesioni personali volontarie che, come tutti sanno, è un reato grave».
Circa un mese fa un cliente di un hotel di Londra ha intentato una causa da un mucchio di sterline dopo essere tornato a casa con le caviglie morsicate dalla cimice dei letti. Nel caso del Graspo , la segnalazione è arrivata da una famiglia austriaca che ha denunciato l'accaduto in Provincia. Per ora non ci sono denunce penali ma la gravità dell'accaduto resta intatta. Per ora. Del resto, il direttore dell'Asl, Antonio Padoan, era stato chiarissimo: «I gestori dovranno ottemperare altrimenti scatterà una denuncia penale».
Il titolare dell'albergo, dal canto suo, ha già provveduto alla disinfestazione della camera incriminata e per questo si ritiene a posto con la coscienza e con le norme igieniche. L'Asl però aveva posto altre condizioni: l'albergo deve restare chiuso per un mese in modo da permetter euna bonifica che copra l'intero ciclo riproduttivo del parassita affamato di sangue.
Questa mattina, intanto, come annuncia il dottor Lafisca, ci sarà la riunione organizzativa per decidere tempi e modalità dei controlli anti-cimici che saranno effettuati in tutti gli alberghi del centro storico. Controlli che inizieranno già a metà settimana e che vedranno al lavoro una task-force di tecnici dell'Asl. «Il massimo di persone di cui possiamo disporre» aggiunge il direttore del Dipartimento di Prevenzione.
Il problema è innazitutto di igiene ma non solo. Per gli alberghi del centro storico non sono mesi bellissimi. Dopo i numerosi casi di legionella che hanno tenuto banco in autunno, la cimice di inizio primavera non è quel si dice il massimo. Non per niente il presidente dell'Apt, Renato Morandina, invita alla prudenza. «E' necessario che si facciano accertamenti e lo dico nell'interesse di tutti. Il rischio, infatti, è un danno non da poco all'immagine della città».