Gegè Rossi, il sogno è svanito
NAPOLI. Gli è crollato il mondo addosso. Ha le spalle enormi ma non larghe quanto servirebbero adesso: Gegè Rossi, napoletano classe '79, è diventato il «cattivo». E' lui il protagonista del nuovo scandalo scommesse che si è abbattuto sul mondo del calcio.
«Lo choc è incredibile: non è una cosa bella vedere il proprio viso mostrato in tutte le tv di Italia», ha dichiarato ieri il calciatore. «Cosa temo? Niente. Ribadisco la mia tranquillità, poi una volta a colloquio con i magistrati dirò tutto quello che c'è da dire. Sono a loro completa disposizione. Nessuno di noi può sapere in anticipo il risultato di una partita. Sono solo ipotesi tecniche che tra calciatori si fanno». Soltanto pochi giorni fa, Rossi si era sentito col suo procuratore: «Ti vuole il Napoli». E questo portierone sperava di poter tornare da profeta nella sua patria. Nato a Qualiano il 3 gennaio 1979, Rossi venne scartato da ragazzino da Napoli, Lazio e Fiorentina. Orfano di padre sin da piccolo, ci ha pensato mamma Natalia a crescerlo, insieme alle sei sorelle. Il primo a credere in lui fu Beppe Materazzi, ex allenatore di Lazio e Bari, grande scopritore di talenti. A sedici anni, questo giovanottone, apparentemente timido ma dal carattere travolgente, comincia la sua avventura nel mondo del pallone. Nel vivaio del Bari stringe amicizia con Ventola. Poi debutta tra i «prof». E' a Torre Annunziata, nel Savoia di Mario Moxedano, che conquista una promozione in B. Risultato che bissa con il Crotone l'anno dopo. Proprio questa doveva essere la sua stagione: titolare con il Siena dell'altro napoletano De Luca in serie A, la salvezza, un ingaggio nella massima divisione anche per l'anno prossimo. Invece, in poche settimane, il castello di carte si è sgretolato: prima ha perso il posto da titolare, sostituito da Fortin, poi il Siena lo ha silurato e, infine, lo scandalo delle scommesse. Dal 22 febbraio non giocava più tra i pali del Siena, accantonato repentinamente. Il suo palmares, peraltro, non è da buttar via: con il Lecce ha ottenuto, nel 2002/2003, la promozione in A dopo aver rifiutato il Palermo. Ma è a Siena che qualcosa si è inceppato. Prima l'esclusione, poi una furibonda lite con Di Vincenzo, il preparatore dei portieri. In ultimo una porta sbattuta fragorosamente ed il ritorno a Qualiano, a due passi da Napoli.