Divina Marlene, amata ma sola

Una donna sola anche se amata, corteggiata, incensata: è l'immagine di Marlene Dietrich che ha dato la bravissima attrice-cantante-danzatrice croata Ksenija Prohaska, bionda di Fiume, nella stupenda cornice dei giardini comunali per un nuovo lavoro del mini-cartellone 'Gorizia sogna 2006", curato dal Comune e dal Teatro Verdi". Lo show 'Marlene Dietrich: la vita, l'arte e la musica dell'Angelo Azzurro" ha ripercorso con monologhi in perfetto italiano molto toccanti (la versatile attrice, voce calda e intonatissima, ha sostenuto la parte della Dietrich anche nel noto film 'Bugsy" con Warren Beatty). Accompagnata al piano dal maestro Ivan Bozicevic, frammenti di vita di Marlene relativi agli anni 20, 30 e al dopoguerra. Una donna che ha pagato la sua libertà con la solitudine, il suo ripudio del nazismo e l'esibizione per le truppe alleate in Europa con il non poter tornare nella sua Berlino. Una donna che ha amato molto, ma non è stata altrettanto corrisposta: in luce il suo rapporto fondamentale con la figlia Marie e la love story con il grande attore francese Jean Gabin; nel testo tradotto in italiano da Sandro Damiani la Prohaska, che ha girato mezzo mondo e ha vissuto a lungo negli States, proprio come la Dietrich, riesce a trovare una chiave di recitazione assolutamente veritiera, emozionante e mai sopra le righe: le canzoni sono interpretate con estrema cura e partecipazione. L'artista, che ha in repertorio anche dei recital su Edith Piaf e Billie Holiday, donne sole come la Dietrich, ha la cura di interpretare, a esempio, brani in lingua inglese con la cadenza tedesca di Merlene: un lavoro filologicamente eccezionale non da poco.
Il repertorio musicale ha spaziato da 'Lola" e 'Falling in love again" dal film 'Der blaue Engel" ad altre perle che la Dietrich si era cucite addosso: sensuali e avvincenti anche 'Mein blonde baby", 'Boys in the backroom", la stupenda 'Johnny...", 'Where have al; the flowers gone" anche in tedesco, 'In the kasermen", 'I wish you love", 'La vie en rose" (cantata dalla Prohaska in omaggio alla Piaf con lo stile della grande francese, che come interprete pura era superiore alla Dietrich) e, per finire, 'Lilì Marlene", interpretata da una donna ormai in declino, amante un po' troppe dello champagne e povera in canna. Un'ora abbondante meravigliosa: caldissimi applausi e due bis; con la speranza di ritrovare la Prohaska in un altro recital, magari al Verdi.
Il lavoro di introspezione del personaggio compiuto della bravissima fiumana, infatti, è eccezionale e dimostra una totale adesione emotiva alla vita dell'artista portata in scena e fatte più che brillantemente rivivere. Una grande, insomma, per ricordare un mito. La rassegna prosegue il 29 agosto con 'Due inermi in armi": canzoni su un percorso di guerra semiserio, un lavoro a cura di Gianni Gori.
Giuliano Almerigogna