Invendute 22 case ogni mille Mercato immobiliare in affanno
di Elvira Scigliano L'invenduto immobiliare a Padova arriva a cifre record: 22 case invendute ogni mille. Sono i dati che emergono da un'inchiesta del Sole 24 ore. Dati che fanno balzare la città del Santo all'ottavo posto della classifica nazionale per numero di abitazioni in vendita e al primo posto come provincia veneta; al nono segue Rovigo, mentre Venezia è giù al ventunesimo, Verona al ventisettesimo, Vicenza addirittura al quarantacinquesimo, Treviso al cinquantasettesimo e Belluno addirittura al sessantasettesimo. In sostanza: il mercato immobiliare a Padova è fermo e migliaia di case sono rimaste vuote. Le recenti misure del governo mirano proprio al grande capitolo della casa: il decreto Sblocca Italia prevede un bonus del 20% sull'Irpef per chi acquista un'abitazione da dare in affitto a canone concordato e prevede anche la definizione del "rent to buy" come alternativa per avvicinare possibili compratori. Il quotidiano di economia e finanza solleva anche la questione del nuovo ancora da costruire (o in costruzione) che spesso si traduce, ancora, in elevata incidenza di case nuove invendute. Più precisamente, a Padova, sono 3.020 le abitazioni nuove e 6.950 quelle usate invendute. Il primo grido di allarme in città arrivanel 2012 da Legambiente. Allora - di fronte al cemento "divoratore", alle case nuove invendute e a quelle vecchie colabrodo, mentre le aree industriali erano definite «spezzatino frammentato» - nasceva una coalizione tra Legambiente, Confindustria e Ance. La task force disegnava attraverso i dati Istat, mettendo insieme quelli vecchi del 2001 con quelli recenti (ma parziali) del 2011, uno scenario apocalittico: 7 mila case vuote (10 mila compresa la cintura urbana) e invendute su un totale di 100.420 abitazioni (contro le 94.640 del censimento 2001, ovvero con un aumento del 6,11%) per una popolazione di 206.192 abitanti e 94.378 famiglie residenti in città. All'epoca come oggi l'associazione Legambiente chiede al Comune uno «stop immediato all'edificazione e il recupero dell'esistente visto che il 75% delle abitazioni hanno più di 30 anni». Potrebbe aiutare se le case affittate fossero meno costose? Risponde al riguardo Michele Brombin, del sindacato Sunia: «È da un po' che si sente il problema delle case vuote», conferma. «Due esempi su tutti: una montagna di alloggi vuoti alla Stanga, tra via Pellizzo e via Turazza, dove più volte abbiamo chiesto alla proprietà di calmierare gli affitti. Poi i palazzi ex Empam all'Arcella. Le strade sono due: abbassare gli affitti e diminuire le tasse (ovvero l'Imu). Il governo ha ridotto, per l'affitto calmierato, la cedolare fissa al 10% e in città sono partite le trattative locali con i sindacati per rispondere alla necessità di ridurre gli affitti. Pare se ne siano resi conto anche i proprietari. C'è già stato un incontro con l'assessore alla Casa Alessandra Brunetti, penso si possa raggiungere la riduzione degli affitti del 20% medio». ©RIPRODUZIONE RISERVATA