Ca' Foscari, gli studenti contestano Profumo
VENEZIA Un ex banchiere di grido, con liquidazione milionaria, chiamato all'università a parlare della crisi finanziaria e delle sue prospettive era un boccone troppo ghiotto per sfuggire alla contestazione degli studenti. E così Alessandro Profumo si è dovuto misurare ieri, a Ca' Foscari, con fischi, insulti, epiteti e giochi sul suo cognome, da parte di un gruppetto minoritario, ma agguerrito, di studenti che appena il rettore, Carlo Carraro ha cominciato a parlare hanno srotolato uno striscione con un significativo «tappati il naso, apri le orecchie la lezione la facciamo noi». Ed è stata una delle cose più gentili dette. Né Carraro, finito nella contestazione per l'apertura dell'Università a banche e imprese, né il presidente di Apindustria Venezia, Ivan Palasgo, che ha cercato di placare la contestazione ricordando gli imprenditori strozzati dalle banche, sono riusciti a far vincere la volontà della maggioranza dei presenti che ad un'alzata di mano aveva manifestato con chiarezza l'intento di ascoltare. C'è riuscito, dopo mezz'ora, un grecista del panel che interrogava Profumo, Filippo Maria Pontani e che non è stato da meno a criticare il ruolo delle banche, « che hanno venduto derivati e strumenti simili ai Comuni». Così Profumo nell'affrontare l'argomento della crisi, facendo lo slalom tra le domande degli studenti, ha dovuto abbandonare i voli finanziari («Purtroppo ci saranno sempre dei, come li definite voi, "puzzoni" che faranno il mio lavoro ... È il sistema capitalistico") per poi dire che «oggi, per la prima volta, c'è la probabilità che l'Euro fallisca. Se così fosse e si tornasse alla lira sarebbe un balzo indietro di due generazioni con una perdita di Pil che si rovescerebbe soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione». Non è la Grecia il problema dell'Europa, ma l'Italia «perché 1.900 miliardi di debiti non se li può accollare nessuno». Le strade possibili sono quattro: l'austerità fiscale, che in parte si sta già realizzando, l'inflazione, la crescita, che però purtroppo non arriva girando un interruttore, e la ristrutturazione del debito, che però porterebbe alla rottura del sistema europeo. Profumo ha spezzato una lancia a favore di una patrimoniale sulla ricchezza («Visto che il 10% delle famiglie possiede 4.600 miliardi di euro di ricchezza») e anche ha parlato delle Fondazioni azioniste ricordando che proprio lui aveva detto ai loro esponenti, «anche in questa regione», di non concentrare troppo sulle banche il loro attivo («mi hanno rimproverato di volere autonomia») e che quando ha cercato nuovi azionisti mi è stato contestato. Ieri, intanto, proprio Fondazione Cariverona ha rimandato la decisione sull'adesione all'aumento di capitale Unicredit. Alessandra Carini