Al Ghislieri la Macchina vasariana

PAVIA. La ricostruzione virtuale della 'Macchina Vasariana", realizzata dal dipartimento di informatica dell'Università e finanziata dalla Provincia sarà presentata in anteprima a Bosco Marengo (Alessandria) e successivamente a Pavia. Si tratta della ricostruzione virtuale del polittico che papa San Pio V, al secolo Antonio Ghislieri, fondatore del collegio che porta il suo nome, commissionò al pittore, storico e critico d'arte cinquecentesco Giorgio Vasari per la chiesa del suo borgo natio.
A realizzare la 'Macchina Vasariana" virtuale è stato il Laboratorio di visione artificiale della facoltà di Ingegneria, nel quadro di un progetto portato avanti dal Comitato nazionale per le celebrazioni ghislieriane, dalle Province di Pavia e Alessandria e dall'Università di Pavia.
Il complesso delle iniziative è stato presentato ieri al Ghislieri dal presidente del collegio Carlo Bernasconi, dalla delegata del rettore nel Comitato Renata Crotti, nonchè assessore provinciale ai rapporti con l'Università, che insieme all'assessore alla cultura della Provincia Lorenzo Demartini era in rappresentanza del presidente Silvio Beretta. C'erano inoltre Cesare Repossi per la Biblioteca Universitaria, Massimiliano Pini dell'Università per il pool di progettazione e Massimo Carcione, referente del Comitato in rappresentanza della Provincia di Alessandria.
Il grandioso altare maggiore nella chiesa di Santa Croce a Bosco Marengo - sostituito nel 1710 da quello in marmo attualmente visibile - venne commissionato da papa Ghislieri a Giorgio Vasari nel 1567 e completato entro il 1569 e messo in opera alla fine del 1570. Ci è figurativamente attestato nella forma progettuale in due disegni del Vasari (uno a Monaco di Baviera, l'altro al Louvre di Parigi) e sullo sfondo della tela di Sant'Antonino opera di anonimo del tardo Cinquecento, che è in una cappella di Santa Croce.
Giorgio Vasari (Arezzo 1511-Firenze 1574) fu pittore, architetto ma soprattutto storico e critico d'arte, e artista ufficiale di Cosimo I de' Medici. Papa Pio V, al secolo Antonio Ghislieri, (Bosco Mrengo 1504-Roma 1572), fondatore del Collegio Ghislieri di Pavia, gli commissionò l'opera che lo stesso Vasari cosi descrisse nel 1568: «Il papa mi ordinò che io facessi per l'altare maggiore della sua chiesa del Bosco, non una tavola, come s'usa comunemente, ma una macchina grandissima quasi a guisa d'arco trionfale».
La «Macchina Vasariana» consisteva in una struttura lignea prismatica a base rettangolare (alta 10,50 metri, larga 6,40 e profonda 1,20): un difficile lavoro di falegnameria e di intaglio. «La ricostruzione virtuale del ciclo di dipinti, considerati dallo stesso Vasari tra i suoi migliori in una lettera del 26 agosto 1570 al priore del convento - spiega il preside della facoltà di Ingegneria dell'Università di Pavia e direttore del progetto Viginio Cantoni - oltre a permettere una fruizione ideale dell'opera dell'artista aretino, costituisce un'occasione unica per la migliore conoscenza del manierismo fiorentino». La ricostruzione virtuale interattiva della 'Macchina Vasariana" è realizzata con tecnologia QuickTime Vr e ha il suo aspetto più significativo nella presentazione multimediale.
L'altare è ricollocato nella sede originaria, con metodo di computer graphic integration (Cgi) tra il modello 3D realizzato con tecniche di 'rendering" con algoritmi di 'raytracing" e 'radiosity" e riprese della chiesa attuale. La ricerca è partita convenzionalmente dai modelli di riferimento costituiti dal progetto del Louvre e dalla riproduzione pittorica esistente in S. Croce nel dipinto del miracolo di Sant' Antonino».
«E' importante a questo proposito sottolineare - aggiunge il preside di Ingegneria - che con questa ricostruzione non si pretende certo di avere risolto una volta per tutte le complesse problematiche storico-artistiche relative alla vera forma della 'Macchina", con la pretesa di porre termine al relativo dibattito scientifico, di cui peraltro si è tenuto debito conto. Anzi il modello virtuale potrà essere molto utile alla prosecuzione della discussione stessa».