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La difesa delle nazioni, delle identità, della patria, l'uso della ragione e non della forza, come chiavi per affrontare «insieme» le sfide di un'epoca «complessa», tornando allo spirito «dell'Onu delle origini». È l'appello che ha lanciato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo primo di

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La difesa delle nazioni, delle identità, della patria, l'uso della ragione e non della forza, come chiavi per affrontare «insieme» le sfide di un'epoca «complessa», tornando allo spirito «dell'Onu delle origini». È l'appello che ha lanciato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo primo di

La difesa delle nazioni, delle identità, della patria, l'uso della ragione e non della forza, come chiavi per affrontare «insieme» le sfide di un'epoca «complessa», tornando allo spirito «dell'Onu delle origini». È l'appello che ha lanciato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo primo di

La difesa delle nazioni, delle identità, della patria, l'uso della ragione e non della forza, come chiavi per affrontare «insieme» le sfide di un'epoca «complessa», tornando allo spirito «dell'Onu delle origini». È l'appello che ha lanciato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo primo di

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Un nuovo fronte di guerra si apre ai confini meridionali della Russia. Dopo tre anni si riaccende il conflitto tra Azerbaigian e Armenia per il Nagorno-Karabakh, con le forze di Baku che hanno bombardato pesantemente l'enclave armena e poi, secondo la denuncia di Erevan, hanno avviato un'operazione

Un nuovo fronte di guerra si apre ai confini meridionali della Russia. Dopo tre anni si riaccende il conflitto tra Azerbaigian e Armenia per il Nagorno-Karabakh, con le forze di Baku che hanno bombardato pesantemente l'enclave armena e poi, secondo la denuncia di Erevan, hanno avviato un'operazione

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Un nuovo fronte di guerra si apre ai confini meridionali della Russia. Dopo tre anni si riaccende il conflitto tra Azerbaigian e Armenia per il Nagorno-Karabakh, con le forze di Baku che hanno bombardato pesantemente l'enclave armena e poi, secondo la denuncia di Erevan, hanno avviato un'operazione

Un nuovo fronte di guerra si apre ai confini meridionali della Russia. Dopo tre anni si riaccende il conflitto tra Azerbaigian e Armenia per il Nagorno-Karabakh, con le forze di Baku che hanno bombardato pesantemente l'enclave armena e poi, secondo la denuncia di Erevan, hanno avviato un'operazione

"L'Onu oggi non ha la stessa credibilità del 1945. Servono più paesi nel Consiglio di Sicurezza", dice Lula

Video In un discorso pronunciato davanti al parlamento unicamerale dell'Angola, il presidente del Brasile Lula ha denunciato la scarsa credibilità di cui godono oggi le Nazioni Unite rispetto al 1945, anno della loro fondazione. La responsabilità secondo lui è del Consiglio di Sicurezza, i cui membri permanenti vanno in guerra senza prima discuterne al Palazzo di Vetro. Lula cita i casi della Russia in Ucraina, degli Usa in Iraq, di Francia e Regno Unito in Libia (in realtà l'uso della forza in Libia era stato autorizzato dalla risoluzione 1973/2011; il Brasile, all'epoca membro non permanente del Consiglio di Sicurezza, si era astenuto al pari di Germania, India, Russia e Cina).
Una soluzione per il presidente brasiliano sta nell'ampliamento del numero di membri permanenti del Consiglio di Sicurezza.

Russia, Medvedev visita l'esposizione delle armi Nato sottratte all'Ucraina

Video L'ex presidente russo Dmitry Medvedev, attualmente vicepresidente del Consiglio di sicurezza, ha visitato la fiera dedicata al settore militare "Army-2023", dove c'è un allestimento ad hoc che mostra le armi Nato sottratte all'Ucraina in questi mesi di guerra. Mezzi blindati, missili, lanciarazzi, radio e altre apparecchiature, tutte accompagnate dalla bandiera del Paese occidentale che li ha inviati a Kiev. Un'esposizione finalizzata a sottolineare l'ampio appoggio dell'Occidente all'Ucraina. L'ARTICOLO Mosca inaugura il museo dei “trofei” dell’operazione speciale: esposti i mezzi Nato sottratti a Kiev

La profezia di Girkin contro Putin: Prigozhin l’ha fatta franca, presto altri tenteranno la rivolta, basta solo una nuova batosta al fronte. Il presidente ormai non è più se stesso

Il colonnello del Fsb, che comandava i russi in Donbass nel 2014 e nel 2022 è stato condannato a L’Aja per l’abbattimento dell’aereo malese nel luglio 2014, attacca adesso frontalmente lo Zar. «A una settimana dalla rivolta di Prigozhin nessuno è stato punito. Alti “statisti” del Cremlino erano fuggiti all’estero. Altri ribelli ci proveranno presto»

Jacopo Iacoboni