Medici di base, fino a 1800 assistiti ma soltanto su base volontaria
Piero TallandiniDue nuovi ambulatori di assistenza primaria dedicati a chi è ancora senza un medico di base, da attivare uno a Trieste e l'altro a Monfalcone. Nel frattempo si cercherà di far crescere il numero di assistiti in carico con una quota incentivante per ogni paziente, ma l'aumento del massimale (cioè il tetto di assistiti per ogni professionista curante) sarà solo su base volontaria.Dopo una riunione durata più di cinque ore è stato trovato ieri l'accordo per fronteggiare la grave carenza di medici di medicina generale sul territorio dell'Azienda sanitaria giuliano isontina, destinata ad acuirsi in gennaio quando scatteranno ulteriori pensionamenti che lasceranno altri cittadini di Trieste e dell'Isontino senza un professionista di riferimento. Oltre al direttore generale Antonio Poggiana c'erano il direttore del Dipartimento di Assistenza territoriale Giacomo Benedetti, il dirigente della Medicina Convenzionata Giovanni Maria Farina e i rappresentati delle organizzazioni sindacali di medicina generale Smi, Snami, Fimmg Trieste e Fimmg Gorizia.Secondo quanto rimarcato in un comunicato congiunto dell'Asugi e dei rappresentanti sindacali sono state individuate così due soluzioni strategiche per tamponare l'insufficienza numerica dei medici di famiglia.Partiamo dalla questione massimale, su cui si erano accese nei giorni scorsi polemiche anche a livello politico e Asugi aveva sospeso la decisione di alzare il numero di utenti a carico per ciascun professionista in servizio. Il massimale attuale è di 1.500 assistiti per ogni medico e si potrà salire adesso fino a 1.800. L'intesa prevede che chi accetterà l'aumento del massimale, superando il limite di 1.500, si vedrà riconosciuta una quota incentivante annua aggiuntiva pari a 13,46 euro per ogni assistito in più. La quota aggiuntiva spettante verrà riconosciuta da gennaio anche a chi ha già alzato il proprio massimale in dicembre.Nei prossimi giorni partiranno le richieste di disponibilità a tutti i medici di base per capire quale sarà il numero di assistiti in più di cui saranno disposti a farsi carico. Si prevede che inevitabilmente, anche in vista delle imminenti ulteriori cessazioni, ci sarà un numero di cittadini che resterà comunque senza medico. Questi utenti, però, potranno rivolgersi ai nuovi ambulatori di assistenza primaria, che l'accordo di ieri prevede di istituire.La denominazione è Ambulatorio sperimentale di assistenza primaria (Asap). Il servizio sarà attivo dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 10 il sabato. Dovrebbero aprire entro la fine di gennaio. Dove saranno ubicati? «L'idea è collocarli nelle zone in cui dovessimo riscontrare una maggiore scopertura - spiega Poggiana -. Uno sarà sicuramente a Monfalcone, all'interno della struttura del San Polo. Un altro sarà a Trieste, resta da vedere quale sarà la zona più idonea in base ai conteggi. Negli Asap saranno operativi medici di medicina generale e della continuità assistenziale». Trattandosi di un progetto sperimentale il volume di attività e l'organizzazione del servizio saranno rivalutati ogni tre mesi. «Con un confronto costruttivo e collaborativo, tutte le parti si sono mosse per dare una soluzione efficace di fronte a una situazione molto pesante. Riusciremo così a garantire una copertura senza lasciare buchi» aggiunge Poggiana.E dall'1 gennaio sarà attivato anche il Servizio integrativo sperimentale di assistenza primaria (Sisap), di fatto una guardia medica diurna. --© RIPRODUZIONE RISERVATA