Guardia medica diurna per alleggerire ospedali e medici di famiglia
Elisa ColoniNasce il Servizio integrativo sperimentale di assistenza primaria (Sisap), ma per gli addetti ai lavori è di fatto una guardia medica diurna. Una nuova figura che Asugi metterà in campo a partire dal primo gennaio 2023, nel momento in cui usciranno di scena le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale impegnate durante l'emergenza pandemica. Che ruolo avranno? Saranno medici reperibili per urgenze che non richiedono necessariamente l'accesso al pronto soccorso (non solo Covid), ma per le quali l'assistito non si riesce a ricevere aiuto dal proprio medico di famiglia durante la giornata, tra le 8 e le 20. Esattamente come funziona oggi la guardia medica, di notte e nei festivi, ma durante le ore diurne.La notizia è stata diffusa ieri dall'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina e segue a un accordo sottoscritto lo scorso 23 dicembre dal direttore generale Antonio Poggiana e i rappresentanti delle tre principali organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale in Friuli Venezia Giulia, Fimmg, Smi e Snami. L'intesa prevede l'ingresso in campo di quattro professionisti del Sisap, dei quali due a Trieste, uno a Gorizia e uno a Monfalcone, a partire, appunto, dall'inizio del nuovo anno, giovedì. A differenza dei medici Usca, però, non si occuperanno solo di pazienti affetti da Covid 19, ma da qualsiasi disturbo e patologia.L'accordo si inserisce in un quadro, quello di questi giorni, particolarmente acceso sul fronte sanitario e assistenziale, con la dura presa di posizione dei medici di famiglia contro la decisione di Asugi di aumentare i massimali a carico dei camici bianchi (cioè il numero massimo di assistiti per ciascun professionista), per sopperire ai pensionamenti che scatteranno in gennaio, lasciando svariati cittadini di Trieste e dell'Isontino senza un medico di riferimento. Dopo il muro alzato dai camici bianchi, Asugi l'altro ieri ha deciso di rivedere la scelta e annunciato di voler sospendere il ritocco dei massimali. Da qui, però, l'urgenza di trovare soluzioni alternative. Una potrebbe essere il coinvolgimento proprio dei nuovi professionisti del Sisap, da impegnare anche in ambulatori sul territorio, laddove necessario, per un minimo di tre ore al giorno, per far fronte alla temporanea mancanza di medici di famiglia. Se e come ciò accadrà lo si saprà in queste ore, visto che è stato convocato per oggi pomeriggio un confronto tra Asugi e i sindacati per discutere della possibilità di affidare questo compito aggiuntivo ai medici del Sisap. Una sorta di accordo bis, un ampliamento dell'intesa già raggiunta il 23 dicembre, ma che rimane ancora tutta da discutere. Queste nuove figure andranno così a rafforzare, dal primo gennaio, la risposta sul territorio in un momento di emergenza. Per adesso la certezza è il via a questa nuova realtà sperimentale - il Sisap, appunto - che secondo Asugi ha come fine «garantire i livelli essenziali di assistenza e di proseguire con la gestione clinica degli assistiti e delle persone presenti sul territorio affette da Covid-19, turisti compresi, nonché di supportare, per un tempo definito, i professionisti responsabili della presa in carico del paziente, in presenza di condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità e di comprovata difficoltà operativa, anche con particolare riferimento al tempestivo rientro al domicilio o in struttura degli anziani fragili che hanno avuto accesso al Pronto soccorso e che non necessitano di ricovero per acuti». Il Sisap, previsto dall'accordo integrativo regionale quadro del 2019, verrà avviato «con l'impegno di svolgere una attività trimestrale di monitoraggio». L'obiettivo finale è quello di alleggerire sia i Pronto soccorso che i medici di medicina generale, entrambi sempre più in affanno. Chi farà parte di questo team Sisap? Saranno medici ex Usca, medici del ruolo unico di assistenza primaria con incarico a tempo indeterminato o determinato, sia a quota oraria che a ciclo di scelta, oppure iscritti in graduatoria aziendale. Saranno contattabili tramite il numero verde 800614302. «Si tratta di una sorta di guardia medica diurna, volta a rafforzare la risposta sanitaria in un momento complicato e dopo la chiusura dell'esperienza delle Usca - commenta Lorenzo Cociani, segretario regionale Smi -. Al di là di quanto già definito dall'accordo tra sigle sindacali e Asugi, rimane da capire nel dettaglio l'organizzazione di questo servizio, e come si integrerà con i medici di famiglia e il resto dell'assistenza territoriale. Di certo la coperta resta corta, perché i professionisti impiegabili in questi servizi sperimentali sono pochi e sempre gli stessi. È necessario quindi andare finalmente oltre alle misure di emergenza e pensare a soluzioni strutturali e omogenee a livello regionale per garantire equità e servizi adeguati ai cittadini. Se non è possibile aumentare il numero di medici si deve rivedere profondamente l'organizzazione, a partire dall'abolizione della burocrazia inutile». © RIPRODUZIONE RISERVATA