Dalle Terme romane nell'area di Aquileia riemergono vasche mosaici e fontane

OSCAR D'AGOSTINOUn vasto ambiente che ospitava grandi vasche, mosaici e fontane e un'ampia area dell'abside del calidarium, la zona destinata ai bagni in acqua calda. Ad Aquileia continuano a riemergere i resti delle terme romane realizzate per volontà di Costantino nel corso dei primi decenni del IV secolo d.C. A portare alla luce i nuovi resti del complesso nella zona sud-occidentale della città, nella località detta poi Braida Murada adiacente a Via 24 Maggio, tra l'anfiteatro e il teatro, è l'Università di Udine, che da vent'anni conduce campagne di scavi coinvolgendo gli studenti di archeologia, in collaborazione con la Soprintendenza e la Fondazione Aquileia.Un ulteriore tassello nel recupero dei resti dell'imponente complesso termale aquileiese: negli anni passati sono già stati recuperati ampi saloni pavimentati con raffinati mosaici, l'enorme frigidarium, con le sue grandi vasche per i bagni freddi; la parte centrale della grande piscina (natatio) lastricata in cui si poteva nuotare; gli ambienti del settore nord-orientale e alcuni locali riscaldati del settore occidentale.L'ultima campagna di scavi è stata condotta, tra settembre e ottobre, da un gruppo di ricerca del dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, diretto da Matteo Cadario, coadiuvato da Marina Rubinich. Alle ricerche hanno partecipato 25 studentesse e studenti di Beni culturali, Archeologia e culture dell'antichità, e della Scuola interateneo di specializzazione in beni archeologici. «Tutte le attività di scavo, documentazione e lavaggio dei materiali - sottolineano Cadario e Rubinich - sono state svolte anche allo scopo di preparare al meglio i futuri archeologi ad agire in un cantiere».Nel settore nord-orientale è stato messo in luce un ambiente di oltre 200 metri quadrati che, nella prima fase delle terme (IV secolo d.C.), ospitava grandi vasche e forse fontane. Vasche che, come le nicchie e le pareti, probabilmente dovevano essere decorate con tessere musive in vetro colorato e lastre sagomate di marmi pregiati, i cui resti si trovano nei riempimenti della fase successiva. Tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, la vasca circolare fu colmata e l'ambiente ricoperto da un mosaico a grandi tessere con un reticolo di quadrati contenenti grandi fiori stilizzati. Tra i reperti emersi, un grano di collana in vetro a stampo con una minuscola testina femminile databile, per la sua acconciatura, al III secolo d.C.Lo scavo in quest'area è stato guidato da Marina Rubinich, con il supporto di un piccolo nucleo di professionisti, studenti e specializzandi affidato a Luciana Mandruzzato.Nel nuovo scavo nel settore occidentale, che ha interessato un'area di circa 150 metri quadrati, è stata messa in luce quasi completamente l'ampia abside del calidarium, la parte delle terme destinata ai bagni in acqua calda e di vapore. Dell'abside dissestata dai crolli delle volte e priva del muro di fondo asportato successivamente, si conserva la massiccia preparazione del pavimento, caratterizzata dall'inserimento di centinaia di lastrine in marmi colorati. Intorno all'abside è stata poi evidenziata una piattaforma in laterizi pertinente ad ambienti di servizio, tra cui almeno due praefurnia (i forni dove si bruciava la legna), gli imbocchi dei quali sono stati parzialmente messi in luce. La presenza di spessi livelli di bruciato nell'ipocausto e il deterioramento dei pilastrini dovuto al forte calore dimostrano che il calidarium è stato utilizzato a lungo, a dimostrazione della vitalità dell'Aquileia tardoantica. «Le Grandi Terme con la loro imponenza rappresentavano un tratto distintivo della grandezza di Aquileia in età imperiale - spiega la Soprintendente del Friuli Venezia Giulia, Simonetta Bonomi -. Indagarne i resti e comprenderne lo sviluppo funzionale e costruttivo, come sta da tempo facendo l'Università di Udine, costituiscono sia una meritoria e importante impresa scientifica sia il presupposto imprescindibile per una futura valorizzazione».«I risultati dello scavo delle Grandi Terme sono per la Fondazione Aquileia - sottolinea il direttore, Cristiano Tiussi - di grande importanza perché la prospettiva della valorizzazione di questo straordinario ed enorme edificio dovrà rappresentare, per tutti noi, una sfida ineludibile in un futuro non troppo lontano». --© RIPRODUZIONE RISERVATA