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il dibattitodiego d'amelioScontro ad alta temperatura in Consiglio regionale sul provvedimento con cui il centrodestra chiede al Parlamento di rendere più severi i requisiti per il ricongiungimento familiare dei cittadini extracomunitari. La proposta di legge nazionale - approvata poi con i soli voti favorevoli della maggioranza e i pareri contrari di tutti gli eletti delle opposizioni - e è stata presentata dalla Lega, che domanda a Roma di alzare il reddito minimo di chi può far arrivare in Italia i propri congiunti. L'iniziativa parte dal consigliere regionale isontino Antonio Calligaris ed è collegata alla situazione di Monfalcone, dove la presenza di Fincantieri ha attratto molti lavoratori stranieri e portato i non italiani ad assommare a un terzo dei residenti. A chi fa arrivare dall'estero moglie e figli, il Carroccio vorrebbe che l'Italia imponesse stipendi più alti di quelli erogati da Fincantieri, il possesso di un contratto a tempo indeterminato per i lavoratori dipendenti e un permesso di soggiorno di due anni (le regole odierne si limitano a uno). L'iniziativa di legge non produce effetti pratici se non l'appello a Camera e Senato, ma basta a scatenare un duro scontro nell'assemblea di piazza Oberdan. Il primo firmatario Calligaris ritiene che l'attuale normativa sui ricongiungimenti familiari provochi «fenomeni sociali devastanti» e generi «un incontrollabile flusso migratorio». Per l'esponente leghista ciò ha provocato a Monfalcone «un significativo aumento dei costi sociali, con risvolti anche nel settore sanitario e scolastico, dove ci si trova davanti a un'emarginazione della componente italiana», posto che «circa il 60% dei servizi e dei contributi vengono usufruiti da extracomunitari». Calligaris ritiene che il reddito minimo per il ricongiungimento vada innalzato, perché «il nostro paese deve dare allo straniero che viene qui per lavorare il diritto ad avere un'opportunità, non il diritto a chiedere la carità a spese del nostro sistema e a scapito dei nostri cittadini». Due anni fa, durante un blitz antimmigrazione di un gruppo di militanti di Casa Pound in Consiglio regionale, Calligaris era finito al centro delle polemiche dopo aver affermato di essere «uno di quelli che ai migranti sparerebbe». Parole per le quali il leghista si era detto pentito. Per il centrodestra regionale le maglie devono stringersi. Il meloniano Antonio Lippolis evidenzia come «a Monfalcone si fa fatica a trovare un italiano per strada e ci sono classi col 90% di stranieri». Secondo il Pd, tuttavia, le proposte della maggioranza sono irricevibili. Il dem Cristiano Shaurli dice che una Lega «senza pudore e senza remore alza il tiro sugli stranieri con regolare contratto di lavoro e colpisce uno dei pilastri della società, la famiglia. La Lega continua con un approccio ideologico, pensando di rispondere ai suoi fallimenti sui fenomeni migratori inasprendo le norme sui ricongiungimenti familiari, anziché affrontare la strada dell'inserimento e dell'integrazione per, bisogna ricordarlo, persone che qui lavorano, consumano e pagano le tasse». Il consigliere di Open Fvg Furio Honsell parla di «norma infame, che viola il principio di non discriminazione sancito dall'Unione europea, che riconosce il diritto di ricongiungimento familiare e dell'unità familiare come un diritto umano e una libertà fondamentale. Vergognoso piuttosto che si tolleri un mercato del lavoro che si regge sullo sfruttamento così spudorato dei lavoratori nell'interesse delle nostre aziende di Stato». Per l'autonomista Massimo Moretuzzo, «il ricongiungimento non deve essere ostacolato, ma aiutato in quanto strumento indispensabile per facilitare l'integrazione». --