Senza Titolo
Tiziana CarpinelliAnche se è una poltrona che si può definir leggera, a zero gettone - un titolo senza portafoglio, diciamo così -, quando si rovescia può far fragore. Il caso della nomina della presidenza dell'Ambito socioassistenziale Basso Isontino - la prima partita politica, dopo anni, in cui il centrosinistra in linea teorica ha i numeri e quindi il pallino decisorio in mano - rischia di far saltare i nervi, soprattutto gli equilibri politici mandamentali. Per questo, della vicenda è stato formalmente investito il Pd provinciale che, annuncia il segretario Diego Moretti, «nei prossimi giorni si pronuncerà in merito». «Perché - scandisce il consigliere regionale - il partito non sta lì solo quando c'è da affrontare una campagna elettorale, cioè quando fa comodo». E chi ha orecchie per sentire, intenda. Monfalcone, comune capofila che in continuità con la precedente regia vuole imporre il proprio assessore alle Politiche sociali, Stefano Vita, dirigente medico, nei mesi di stallo sulla presidenza è riuscito infatti a tirare dalla propria parte, convincendo della bontà della scelta, Ronchi dei Legionari e San Canzian d'Isonzo, dove il Pd è al governo. Turriaco, con il sindaco Enrico Bullian, ieri ha comunque fatto notare che, sebbene sulla base del voto ponderale a questo punto Monfalcone abbia i numeri per far passare Vita, nel caso in cui cinque comuni - quelli del centrosinistra tranne appunto San Canzian e Ronchi - escano dall'aula ai sensi dello Statuto viene meno il numero legale e non si può precedere alla nomina. E qui si arriva al punto: San Pier diventa ago della bilancia, ché le posizioni di Staranzano, Turriaco, Doberdò e Sagrado sono nette, a favore della cosiddetta controproposta-staffetta (fino al 2024 presidente Serena Francovig, con successivo passaggio del timone a Vita, vice). Mentre San Pier, con Claudio Bignolin, non si è esposto. Di più: ha detto di non schierarsi in automatico pro Francovig. Cosa che ha dato nell'occhio, anche perché il suo vice, Michele Fappani, è invece orientato sulle medesime posizioni delle quattro municipalità contras. «E non so cosa succederà, perché in quella maggioranza ci sono forze politiche, come Articolo 1, per nulla d'accordo con la posizione del sindaco», osserva Moretti, senza trascurare di dire che «pure a Ronchi i sette consiglieri del Pd hanno fatto presente, con i rappresentanti in giunta, come l'orientamento di Benvenuto non sia condiviso». E che a San Canzian «la posizione è del tutto autonoma e sganciata dagli altri comuni e dal partito provinciale». Moretti però punta il dito anche contro Monfalcone: «Non è vero che quella dell'Ambito sia una questione solo amministrativa, come ha detto, ipocritamente, Cisint. Se fosse così, non si capisce come mai nel 2019 si siano attesi mesi prima di procedere all'elezione del vertice e l'indizione sia avvenuta solo dopo aver ottenuto i numeri e il cambio delle regole, da voto pro capite a voto ponderale, in Regione». «Tutto è amministrativo e tutto è politico - sottolinea il segretario Pd - altrimenti non sarebbe l'assemblea dei sindaci lo strumento di gestione dell'Ambito, bensì una squadra di 10 funzionari». «Cisint - attacca - dice che è un peccato ci si divida sulla presidenza. Ma non è il centrosinistra ad aver spaccato il territorio, bensì lei». Chiaramente la frammentazione del centrosinistra, per il centrodestra, è un vantaggio e consente di imporre il proprio presidente, quando l'operazione, guardando ai numeri, non risulterebbe così scontata, dopo che alle amministrative Ronchi e San Pier sono ritornate al centrosinistra. Quanto al "peso" dell'Ambito sul bilancio monfalconese si tratta «in grandissima parte di trasferimenti regionali». Mentre sulle competenze «le alternative proposte riguardano persone che hanno molta esperienza: io - sempre Moretti - non giudico Vita, mi limito a dire che è all'inizio del suo primo mandato amministrativo e che guidare un reparto ospedaliero non equivale ad avere rodaggio nel settore socio-assistenziale, anzi proprio per evitarne la sanitarizzazione si sono sempre tenuti distinti i campi». Moretti riconosce all'ex vertice Michele Luise, al di là di divergenze su temi specifici, «il merito d'aver sempre voluto tenere unito il territorio e si è visto che fine ha fatto». Per il dem, «checché ne dica Benvenuto, la controproposta-staffetta non umilia nessuno: accontenta tutti». «Dietro le posizioni di Ronchi e San Canzian o il possibile ripensamento di San Pier - conclude Moretti - non vorrei ci fosse qualcos'altro, magari un aiuto offerto, ma lo scopriremo a breve». L'importante, osserva anche la capogruppo del Pd Lucia Giurissa, «è che su queste posizioni dei due Comuni ci sia trasparenza». La consigliera dem si dice «fiduciosa» circa la ricomposizione del fronte a centrosinistra, per questo lancia l'appello a «Fratta e Benvenuto di ripensare alla valenza dell'unione, per far ritrovare forza al mandamento». «Abbiamo - sostiene - l'occasione per risvegliarci dall'intorpidimento dell'Ambito». Giurissa legge «con tristezza» l'occasione persa del centrosinistra di coordinarsi sul punto. Come quella «di poter lavorare in sinergia, sfumata con l'atteggiamento muscolare di Cisint che dice che si può anche andare avanti così, senza una nomina, ma questo significa comandare, non governare». --© RIPRODUZIONE RISERVATA