L'allarme di Washington sull'Europa «Siete in serie difficoltà economiche»

il casoAlberto SimoniCORRISPONDENTE DA WASHINGTON«L'economia si trova in acque turbolente», secondo Paolo Gentiloni, Commissario europeo per l'Economia. Ma è l'Europa - quasi gli fa eco Janet Yellen, segretario al Tesoro americano - «che si trova ad affrontare difficoltà economiche particolarmente serie» mentre l'America ha un «super dollaro che riflette la differenza fra le due economie». Mentre al Fondo monetario internazionale si fanno i conti di una settimana punteggiata da incontri, briefing, bilaterali e plenarie in cui la parola d'ordine è stata «la lotta all'inflazione» senza tregua, scricchiola un po' l'asse transatlantica. Differenze di grado, piccoli segnali, stilettate, che svelano però un approccio a grandi questioni che il segretario al Tesoro Usa, ad esempio, non ha silenziato.Come quando si è detta, nella conferenza stampa di ieri, «delusa che la Commissione europea non abbia accettato di sospendere il debito dell'Ucraina». La spiegazione l'ha fornita Gentiloni, anch'egli a Washington, sottolineando che per una istituzione multilaterale la procedura ha alcune complessità e che comunque i singoli Paesi europei - su basi bilaterali - hanno agito sull'esempio americano. Mercoledì era stata Christine Lagarde a pungolare i colleghi della Federal Reserve auspicando un maggior coordinamento sulle politiche monetarie poiché qualsiasi decisione sui tassi di interesse ha un impatto - ha ricordato - globale, non circoscritto agli Stati Uniti. E Janet Yellen ieri ha ripreso il linguaggio del Draghi della Bce sottolineando che «siamo impegnati a fare qualsiasi cosa per abbassare l'inflazione». Le ricette finora non hanno dato i frutti sperati. L'America veleggia con un'inflazione dell'8,1% in settembre nonostante cinque tagli dei tassi consecutivi. Jerome Powell potrebbe ritoccare al rialzo i tassi nuovamente di ¾ di punto in novembre e provocare un altro rafforzamento del dollaro che complicherebbe ulteriormente la situazione debitoria di molti Paesi emergenti. La condivisione della leva monetaria come strumento primario per il contenimento del carovita è uno dei punti che allinea Washington e gli europei. Gentiloni ha sottolineato che «c'è convergenza fra le economie avanzate che le politiche di bilancio devono completare e non competere con le scelte delle banche centrali». Quindi le risorse per le fasce più povere devono essere mirate e temporanee. Ed è una situazione che tocca anche l'Italia. Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha avvertito che il forte rallentamento del Pil non consentirà certe politiche e non ha «escluso una recessione». «Non si può avere una politica di bilancio ad ampio spettro quando si ha un debito pubblico come il nostro». Le caratteristiche dell'inflazione sono diverse fra Usa ed Europa. Gentiloni ha evidenziato che quella europea ha una matrice nei prezzi dell'energia, quella americana trova nel core index (che non considera l'energia e il cibo) un valore in progressivo rialzo. Anche le risposte dovranno se non diversificarsi - nessuno esce dal perimetro della necessità di fare leva con i tassi di interesse - quantomeno tararsi in modo diverso. In quest'ottica il cap price è per entrambi importanti. Per gli europei si tratta di uno strumento ulteriore per abbassare l'inflazione e «per attenuare la crisi», ha detto Gentiloni che parlando poi alla Georgetown University ha ipotizzato l'introduzione di «price cap temporanei» utile per poi riformare il mercato elettrico in modo da sganciare l'influenza del gas sui prezzi dell'elettricità. Per gli americani il tetto sul petrolio è essenzialmente la via maestra per ridurre gli introiti per Putin così da limitarne gli investimenti sul versante militare. Fissare un prezzo è però difficile. Lo ha ammesso la stessa Yellen dicendo che non è «stata presa alcuna decisione» ribadendo che il successo della misura si avrà solo se il greggio continuerà a fluire sui mercati a un prezzo inferiore. --© RIPRODUZIONE RISERVATA